Croce rossa di Urbino sbaraglia tutti

Una squadra di giovanissimi volontari primeggia alla gara regionale per qualità dei soccorsi e va alle finali

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Dopo oltre 15 anni, il comitato della Croce rossa di Urbino è tornato a disputare una gara regionale di primo soccorso e lo ha fatto con una squadra giovanissima. Domenica scorsa, un gruppo di volontari di età compresa tra 17 e 24 anni si è confrontato a Bolognola con i comitati di Osimo, Fano e Porto Potenza Picena, vincendo e conquistando l’accesso alla fase nazionale. "L’aspetto più importante, però, è la preparazione che c’è stata dietro alla gara e che ci ha permesso di formarci, oltre al conoscere altri comitati - spiega Andrea Mancino, giovane volontario accompagnatore della squadra -. Da anni Urbino non partecipava, se non in qualche occasione con squadre miste, anche perché per arrivare pronti servono mesi di lavoro, è un sacrificio. Abbiamo cominciato ad aprile, allenandoci tre volte a settimana con la supervisione di volontari esperti come Anna Casicci, Michele Virgadamo, Barbara Arduini, Gabriella Flammini, Sabrina Lanci e non solo, che ci hanno istruito ciascuno nel proprio campo di specializzazione. Abbiamo collaborato anche con dei truccatori di Fermignano i quali hanno preparato i simulatori che si sono finti feriti da soccorrere.

Molti dei ragazzi sono partiti da zero e quasi nessuno sapeva come si aiutasse un ferito, mentre alla fine riuscivamo a fare un soccorso quasi perfetto, lavorando di squadra".

Leader della formazione che ha gareggiato era Francesca Di Luca, che spiega: "Per noi era la prima volta ed è stata una bellissima occasione, che ci ha permesso di conoscere per intero il mondo della Croce rossa, tanto è vero che, tra le nove prove affrontate, non c’erano solo quelle di soccorso sul campo come la maxi emergenza, ma anche di diritto internazionale umanitario o di cooperazione. Quest’anno la gara era intitolata a Sebastiano Di Priolo, medico che fu un grande formatore all’interno della Croce rossa: un vincitore ci dev’essere, chiaro, e noi siamo felici di aver vinto, però la formazione e il confronto con altri comitati sono l’aspetto principale. Nonostante gli allenamenti, il primo approccio a quello che abbiamo trovato è stato difficile. La simulazione era fatta talmente bene da sembrare tutto vero e, lì per lì, siamo stati presi dall’adrenalina e ci siamo fatti coinvolgere appieno, dimenticandoci che fosse finzione. Una prova del genere ti mette in gioco totalmente, anche sul piano dell’approccio psicologico".

Nicola Petricca