REDAZIONE PESARO

Cup, il nodo appuntamenti: "Per l’operatrice non c’è posto. Ma non conosce i dati ufficiali"

La cooperativa Nuovi Orizzonti replica alle dichiarazioni della centralinista

La cooperativa Nuovi Orizzonti replica alle dichiarazioni della centralinista

La cooperativa Nuovi Orizzonti replica alle dichiarazioni della centralinista

In merito all’intervista rilasciata dalla operatrice del Cup, dal titolo "Dico ’no’ a 6 persone su 7 Non ho trovato un posto nemmeno per me stessa", riportiamo le precisazioni della cooperativa Nuovi Orizzonti. "La Cooperativa si dissocia fermamente dalle affermazioni rese, o comunque riportate nell’articolo, che non sono mai state autorizzate né rispecchiano in alcun modo la posizione ufficiale della stessa. Le dichiarazioni riportate forniscono una rappresentazione distorta e in molti punti non veritiera della realtà dei fatti, oltretutto non sempre riconducibili alle conoscenze dirette dell’operatore. Nella fattispecie: le percentuali di prenotazioni andate a buon fine rispetto al numero degli utenti che si rivolgono al Call Center non sono nella disponibilità della Cooperativa né tanto meno in quella dell’operatore. Gli operatori che lavorano al Call Center sono complessivamente 147 (115 presso la sede di Pesaro e 32 su quella di Fermo) e non 100 complessivi come affermato; il numero delle linee gestite dal Call Center è pari a 270 (240 in ingresso e 30 in uscita) e non 210 come affermato. Gli operatori si occupano non solo delle prenotazioni Ssn, ma anche di richieste di spostamenti, cancellazioni e, per i più qualificati, di prenotazioni in regime di libera professione. L’operatore ha riportato conversazioni e dinamiche di cui il Call Center non ha competenza diretta, come nel caso dei contatti tra l’utenza e le strutture delle Ast per la gestione delle liste di attesa. Tali riferimenti appaiono per tanto del tutto fuori contesto; la dichiarazione delle cause della “difficoltà a trovare un posto” sono prive di fondamento ed appaiono frutto di considerazioni soggettive in quanto, gli operatori del Call Center non hanno accesso né visibilità sulla programmazione delle agende né sull’organizzazione interna delle strutture sanitarie eroganti le prestazioni. Tali dichiarazioni ledono l’immagine e il valore del lavoro svolto quotidianamente da tutti gli operatori che operano per il Servizio sanitario regionale".

*****

Quasi mai la verità si scrive con le fonti ufficiali. E le fonti giornalistiche non possono né devono essere autorizzate. A maggior ragione le cosiddette ’talpe’, senza le quali sarebbe impossibile ottenere determinate informazioni. L’operatrice parla di una sua autentica esperienza diretta, preziosa ma necessariamente parziale, che però casualmente coincide con quella di tanti cittadini, molto più di quanto non faccia la narrazione delle cosiddette fonti ufficiali tanto care ad altri, quasi fossimo tutti – centralinisti, utenti, medici di famiglia – vittime di un’allucinazione collettiva. Tutti tranne loro.