Dà fuoco ai rami di olivo e incendia campo: condannato

Brucia rami di ulivo e manda in fumo 5 ettari di erba. L’incendio non ha provocato danni a cose o a persone, ma per la legge lui è comunque colpevole. E il Tribunale di Pesaro lo ha condannato a 5 mesi e 10 giorni di carcere (pena sospesa). È la disavventura, con colpo di coda giudiziario, capitata a un 60enne pesarese. L’uomo ha preso in affitto un campo. Si trova in un luogo isolato, è recintato e intorno non ci sono abitazioni. Qui coltiva degli ulivi e un giorno, dopo la potatura, si appresta a bruciare rami e sfalci.

È aprile, non è caldo, ma c’è una leggera brezza.

Il 60enne accende la fiamma e i rami cominciano ad ardere. Il venticello però gli gioca un brutto scherzo. Comincia a soffiare e porta lontano tizzoni e fiammelle che ricadono in un campo di erba lì vicino. Il fuoco prende il sopravvento. Il 60enne cerca di spegnere l’incendio con i secchi pieni di acqua che aveva preparato in via precauzionale. Intanto chiama i vigili del fuoco, che domano le fiamme.

L’uomo viene denunciato per delitto colposo di danno e finisce a processo dove viene condannato per aver messo in pericolo l’incolumità pubblica.

"Il punto è che per la legge se si tratta di affittuario la colpevolezza è presunta – spiega il difensore, l’avvocato Monica Cappellini – se invece fosse stato il proprietario del campo, la pericolosità deve essere dimostrata. Contro questa norma fu fatto ricorso alla Corte Costituzionale, ma purtroppo i giudici non ci hanno messo mano".