
Leone Condemi, responsabile Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia
Il calo nazionale delle nascite si riflette anche sull’ospedale di Urbino, che passa dalle 458 del 2023 alle 413 del 2024, tuttavia c’è ancora chi sceglie di venire a partorire qui pure da fuori regione. Tali dati pongono il Santa Maria della Misericordia sempre su livelli simili a Pesaro, città con una popolazione sette volte più grande, dove quest’anno ci sono state 478 nascite, 12 in più rispetto all’anno scorso, grazie però anche a un piccolo travaso da Fano, in cui sono scese da 703 a 658.
"Rimaniamo in linea – dice il dottor Leone Condemi, responsabile dell’Unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia –. Tra giugno e luglio c’è stato un calo drastico, che ci aveva fatto preoccupare, poi però abbiamo recuperato nei mesi restanti: la diminuzione è a livello nazionale e noi ne paghiamo le conseguenze come gli altri. Sì, in regione qualcuno ha aumentato i numeri, ma per un travaso da altre strutture, è tutto legato a dinamiche territoriali particolari. Per esempio, da Senigallia sono andati più a Jesi o da Macerata sono andati a Civitanova. Però c’è ancora chi sceglie di venire qui da fuori, soprattutto dalla Romagna".
Altra nota positiva è stata il rimpolparsi del personale: "Quest’anno, finalmente abbiamo avuto anche la coordinatrice ostetrica, la dottoressa Maria Grazia Lanuti, che ha completato l’organico del comparto affiancandosi alla coordinatrice infermieristica, Enrica Ferri – prosegue il primario –. Questo ha permesso anche una riorganizzazione delle ostetriche. L’aumento di personale è stato possibile attingendo a vecchie graduatorie, in più un collega in aspettativa che era a Rimini è tornato a Urbino. Ancora ci appoggiamo a una cooperativa per completare i turni, però è solo per pochissimi giorni al mese e, più che altro, un fattore di sicurezza: per svincolarci del tutto avremmo bisogno di altri due medici. Sembra che la Regione stia per indire i concorsi, ma ancora stiamo aspettando l’atto aziendale delle Ast per capire bene i percorsi e le funzioni e le responsabilità dei vari ospedali sul territorio. Tuttavia, abbiamo dottoresse che hanno fatto un lavoro eccezionale, oltre ad aver recuperato molti ambulatori chiusi durante il covid".
Di particolare importanza, secondo Condemi, è l’aver creato un ambulatorio d’eccellenza come punto di riferimento del territorio per le gravidanze a rischio: "Abbiamo riorganizzato il percorso, che già esisteva, ma aveva perso la funzione di selezionare le pazienti che veramente avevano bisogno di un controllo più attento. Si sono individuate delle responsabili, sia tra il personale medico, sia tra il personale ostetrico, e si è organizzato un sistema di comunicazione diretto con il territorio, con di chat e comunicazioni online con i consultori, che ci permette di individuare le donne a rischio e di inserirle nel nostro percorso, seguendole fino al parto. Così entrano nel circuito senza passare da intermediari o telefonate estemporanee. Poi può anche succedere che la gravidanza sia inquadrata e torni al controllo del territorio, ma il percorso sta funzionando e questo è l’importante. I miei collaboratori e il comparto lavorano in modo eccellente, sono veramente orgoglioso di loro e della collaborazione che c’è con l’Uoc di Pediatria e Neonatologia, diretta dalla dottoressa Emanuela Lanfranchi".
Nicola Petricca