Daniele Egidi, l'ex 'negazionista del Covid' dimesso: "Mi sento come se avessi 80 anni"

Non credeva agli effetti del virus, dopo il ricovero ha ammesso l’errore: "Ancora vivo perché sono arrivato in corsia appena in tempo "

Daniele Egidi: "Io, da negazionista del Covid a testimone"

Daniele Egidi: "Io, da negazionista del Covid a testimone"

Fano (Pesaro e Urbino), 19 gennaio 2021 - Daniele Egidi è tornato a casa, a Fano. Guarito, o meglio negativo al tampone. Al telefono, ieri pomeriggio, ha detto: "Sì, il virus se n’é andato dal mio corpo ma ne sento tutti i suoi effetti. Credo di essere un ottantenne e non un 54enne. Ho avuto la dimostrazione poche ore fa della età percepita andando in farmacia a comprare dei medicinali che dovrò prendere per almeno dieci giorni. Ho percorso a piedi 200 metri, lineari, facili. Normalmente ci impiegavo pochissimi minuti. Invece adesso ogni venti metri, dovevo fermarmi, abbassare la mascherina, respirare, cercare le forze, e ripartire dopo essermi rimesso la mascherina. Sono arrivato in farmacia sudato. Il percorso inverso è stato lo stesso, faticoso. Mi è venuto in mente in continuazione l’hashtag ’andrà bene’. Io lo cambierei leggermente in ’Andrà meglio’. Mi accontenterei di questo".

Daniele Egidi è salito alla ribalta nazionale perché ha ammesso senza giri di parole che, fino al ricovero ospedaliero del 2 gennaio scorso, con positività al covid-19, polmonite bilaterale in corso e ossigenazione bassa, non credeva alla rappresentazione che la stampa faceva dell’emegenza coronavirus. Non ignorava la malattia ma negava nella sua mente gli effetti. Li considerava meno invasivi o gravi, e quelle corsie ospedaliere meno affollate in realtà di come venivano filmate. "Non credevo fino in fondo a quello che vedevo, anche se è poi passato su di me il termine negazionista che fotografa seppur sbrigativamente l’innegabile dubbio che avevo sulla gravità della malattia. Ma da quando sono entrato in ospedale a Pesaro, con deficit di ossigeno, polmonite in corso, e malati covid in condizioni gravissime che vedevo con i miei occhi, ho capito che cosa significava il covid-19. E appena è stato possibile ho riferito al Resto del Carlino, che ringrazio, la mia testimonianza, quello che stavo vivevo e ciò che pensavo prima di rimanere contagiato, cioè che il virus non avesse questa pericolosità. Non negavo certo la sua esistenza, ma la sua virulenza dando ascolto alle teorie della paura immotivata finalizzata ad altri scopi. Mi sbagliavo su tutta la linee e l’ho ammesso, senza cercare scorciatoie. Ho ricevuto plausi e insulti, ma per fortuna non essendo sui social ho potuto leggere direttamente nella mia mail solo testimonianze di affetto da amici, colleghi, conoscenti che mi hanno dato grandissima forza".

Dice Daniele Egidi: "Ora sono a casa, e anche mia moglie e nostro figlio sono guariti. Loro non hanno avuto per fortuna i miei effetti. Io mi sono salvato perché sono arrivato in ospedale appena in tempo. Ringrazio per questo l’ equipe medica di altissimo livello di Marche nord, e grazie di aver potuto beneficiare del plasma iperimmune che mi ha ulteriormente aiutato. Io stesso lo donerò appena possibile. Il covid-19 non è uno scherzo, ve lo dico col cuore".