Sla, la battaglia del tifoso della Vis Pesaro Daniele Mei: "Devo curarmi, aiutatemi"

Fa una terapia sperimentale in Russia, il suo stipendio di infermiere non basta più. Una raccolta di fondi

Daniele Mei, infermiere e tifoso della Vis malato di Sla. Con Ricci e l'amico Torriani

Daniele Mei, infermiere e tifoso della Vis malato di Sla. Con Ricci e l'amico Torriani

Pesaro, 24 dicembre 2019 - Daniele Mei, 57 anni, la domenica quando può va alla partita e sta sulla balaustra della tribuna Prato dello stadio Benelli che è un luogo simbolo della sofferenza sportiva e umana. Lì ci sono più magoni che gioie, come recita uno slogan dei tifosi della Vis. Ma stavolta non si parla di sconfitte da digerire. Si parla di sopravvivere a una malattia terribile: la Sla.

Daniele Mei, per 30 anni infermiere al San Salvatore e tra i fondatori degli ultras Vis Boys, soffre di questa malattia da tre anni. Fino ad ora ha fatto da solo, si è fatto pure le iniezioni da sé (è infermiere) ed è andato a farsi curare in Russia a sua spese. Ma adesso il suo stipendio non basta più a sostenere le cure sperimentali all’estero e per questo chiede aiuto alla città: "Chiedo dignità – dice – la mia mente è perfettamente lucida, ma il corpo mi sta lentamente abbandonando e questa sensazione è terribile, è qualcosa che io da infermiere avevo visto nei reparti, al San Salvatore, ma trovarsi dentro questa storia è un incubo". Qualcosa che Daniele sta cercando di esorcizzare con i viaggi della speranza: "In Italia la sperimentazione è riservata a pochi. Così ho dovuto fare da solo. Mi sono informato e ho scoperto che a Mosca una clinica svizzera sperimenta un metodo che mi sta aiutando".

Daniele c’è stato due settimane a dicembre, assieme al suo amico d’infanzia Stefano Micheletti: "Ho pagato – racconta Mei – 25mila euro. A Mosca mi fanno un prelievo di midollo spinale, mi filtrano le cellule, buttano quelle che stanno per morire e purificano le altre reinserendole nel corpo. Dovrei tornarci a maggio, ma con quali soldi e con quali speranze se le mie possibilità economiche non bastano? Sono ancora dipendente dell’ospedale, guadagno 1350 euro al mese lavorando da casa dove mi impiegano per inserimento dati negli ospedali di Pesaro, Fano e Muraglia. Una volta ero infermiere nei reparti. Ho un figlio di otto anni e quello che guadagno non basta più per curarmi. Per quindici giorni al mese devo iniettarmi due fiale al giorno di uno speciale antiossidante cellulare, ognuna costa 750 euro. Fanno 1500 euro al giorno. Dal prossimo anno non avrò più la gratuità del farmaco. Come farò? L’Inps non mi ha ancora riconosciuto l’accompagnamento, mi sono sentito umiliato, anche mettermi un calzino o andare al bagno è un problema se non c’è qualcuno che mi aiuta, per questo ho deciso di fare causa all’Inps. Ma le cause vanno avanti decenni e io non ho tempo per aspettare".

A Daniele hanno offerto una carrozzella, ma lui per ora la rifiuta: "Lotto ogni giorno, sono tornato a lottare come quando ero ultras della Vis e sono tornato allo stadio accompagnato dagli amici del Porto proprio per questo: essere alla partita la domenica è un obiettivo a cui lavoro tutta la settimana. Voglio vivere".

Dove versare

Ecco il conto corrente postale per sostenere lo storico tifoso: 001042411106. Iban: IT40N076011330000 1042411106