Danni e poi fuga, alla fine la vincono i cinghiali

Beffati i ’cacciatori’ che si erano concentrati sul posto per la cattura degli ungulati nel parco delle Rimembranze. Ora è polemica

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di Nicola Petricca

La dura lotta tra uomo e cinghiale questa volta è stata vinta dalla preda. Nella seconda giornata in cui il Parco della rimembranza di Urbino si era trasformato in un Grande fratello per ungulati, dove otto giovani esemplari erano stati rinchiusi e poi osservati da tanti mentre giocavano, dormivano, cercavano cibo e, sì, provavano pure a riprodursi, gli animali sono fuggiti proprio mentre una squadra organizzata cercava di catturarli. Il tentativo è andato in scena ieri alle 16, stesso orario in cui, lunedì pomeriggio, erano stati confinati nell’area da Andrea Busetto, agricoltore locale che da anni lotta affinché si attuino misure efficaci contro il sovraffollamento dei cinghiali. La vicenda era cominciata quando l’uomo ha rischiato un incidente lì accanto, proprio a causa del gruppo di ungulati, tutti giovani, senza genitori al seguito: spuntati dal lato del Dipartimento di prevenzione, gli animali avevano attraversato la strada a un altro veicolo che procedeva di fronte a lui, in direzione Urbino, il quale ha inchiodato per non centrarli, mentre Busetto racconta di aver sterzato di colpo verso sinistra, per evitarlo. Una volta individuato dove si stessero dirigendo, l’agricoltore ha seguito i cinghiali fin dentro al parco, in cui erano entrati, filmandoli da vicino e poi uscendo, una volta arrivati due agenti dei carabinieri forestale, prima di chiudere i cancelli. In seguito al sopralluogo di sindaco e comandante della compagnia dei carabinieri di Urbino, si era deciso di prelevarli tramite dei recinti di cattura, contattando la polizia provinciale per coordinare l’operazione.

Ieri mattina, dopo un controllo degli agenti della forestale, per verificare che i cinghiali fossero ancora all’interno del parco, sul luogo si è ripresentato Busetto, per fare altrettanto e attendere l’arrivo delle forze dell’ordine. Nel frattempo, l’uomo, che è anche il rappresentante nazionale dei liberi agricoltori, racconta di aver contattato il Ministero della salute per denunciare l’accaduto: "Sono poi stato richiamato dal capo della segreteria del sottosegretario Andrea Costa, che mi ha chiesto perché non si fosse ancora proceduto all’abbattimento - afferma -. Qua c’è anche il fatto che nessuno sia venuto a nutrire e abbeverare i cinghiali. Infine, è assurdo che in tutta la regione Marche non ci sia a disposizione alcuna carabina con dardi narcotizzanti per la cattura degli animali". Prima che arrivasse la polizia provinciale, giunta attorno alle 14, diverse persone sono transitate dal parco, alcune dopo aver letto dei cinghiali intrappolati, altre incuriosite dal capannello che si è creato in vari momenti della giornata. Dopo l’arrivo degli agenti, si è poi dovuto aspettare quello della gabbia per catturare i cinghiali, che non era nelle immediate disponibilità e si è reperita nel territorio grazie alla collaborazione con sindaco e polizia locale. Dopodiché, il recinto è stato calato all’ingresso del parco, nell’angolo lato viale Comandino, da cui i vigili urbani hanno tenuto a distanza tutti i curiosi per cercare di spaventare il meno possibile gli animali, mentre dal cancelletto secondario oltre la chiesa di Loreto sono entrati gli agenti della polizia provinciale assieme a un gruppo di cacciatori di cinghiali, contattato per coadiuvare le non semplici operazioni.

La squadra ha proceduto con cautela e sfruttando tutta l’ampiezza dei terrazzamenti dell’area, spingendo sempre di più gli ungulati verso il gabbiotto. Arrivati a pochi metri dall’obiettivo, i cinghiali hanno capito di essere alle strette e, dopo che uno degli otto è riuscito a sfuggire alla manovra di accerchiamento, gli altri sette l’hanno seguito. Rassegnati a ricominciare l’operazione da capo, gli uomini sono tornati indietro in cerca degli animali, tuttavia non li hanno trovati: erano riusciti a fuggire scavando una piccola buca in un punto favorevole della recinzione, lungo il lato che si affaccia sulla circonvallazione Di Vittorio, scappando attraverso la strada sottostante. Oltre all’amarezza della cattura mancata, nelle persone che hanno partecipato all’operazione, dietro di sé i cinghiali hanno lasciato diversi danni al parco, da poco risistemato e inaugurato: alcuni alberi di recente piantumazione sono stati mangiati, la terra è stata in molti punti dissodata, mentre gli animali cercavano cibo, e un cippo commemorativo è stato divelto, con un altro che ha rischiato di subire lo stesso destino. Intanto, Busetto annuncia denunce dopo il fallimento dell’operazione: "La farò, contro ignoti, per maltrattamento animale, attentato alla sicurezza dei trasporti, magari anche epidemia colposa. Uno aveva la tosse: e se fosse stato un principio di peste suina? Forse, poi, era illegittimo l’utilizzo di privati cittadini. Adesso, di sicuro, c’è un branco di otto cinghiali terrorizzati che gira per Urbino".