Delitto Bruzzese a Pesaro: "Ammazzato per vendetta"

Requisitoria del pm contro i due imputati, che si dichiarano estranei. Uno vende macchine, l’altro è pasticcere a Brescia. Ieri l’udienza

Pesaro, 16 dicembre 2022 - E’ iniziato ieri davanti al gup di Ancona il processo con rito abbreviato (quindi a porte chiuse) contro i presunti due sicari che uccisero a Pesaro,la sera di Natale del 2018, Marcello Bruzzese di 51 anni. Un omicidio di matrice ’ndranghetista perché la vittima era il fratello di Girolamo Bruzzese, ex affiliato alla cosca calabrese dei Crea diventato collaboratore di giustizia. Lo Stato decise nel 2008 di trasferire la famiglia Bruzzese a Pesaro ma senza cambiare loro il cognome, che figurava sul campanello di casa e sulla buca delle lettere in via Bovio. Trovarli per i sicari non è stato difficile.

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Ecco l’immagine del luogo dell’agguato in via Bovio poche ore dopo il delitto
Ecco l’immagine del luogo dell’agguato in via Bovio poche ore dopo il delitto

Per quel delitto, avvenuto con 20 colpi di pistola mentre Marcello Bruzzese stava facendo marcia indietro con la macchina per entrare nel garage di via Bovio, la procura distrettuale di Ancona diretta dal procuratore Monica Garulli, ha fatto arrestare nel 2021 per poi mandarli a processo tre persone: il presunto complice dei killer, Rocco Versace, 55 anni, di Taurianova (Reggio Calabria), accusato di aver aiutato a pianificare il delitto con appostamenti e pedinamenti per controllare gli spostamenti della vittima designata, il cui processo è iniziato l’altro ieri a Pesaro con rito ordinario, e Francesco Candiloro, 43 anni, originario di Polistena (Reggio Calabria, residente a Brescia, di professione pasticcere, e Michelangelo Tripodi, 44 anni, di Vibo Valentia, commerciante di auto, i quali hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Per questo, vengono processati ad Ancona, in camera di consiglio di fronte al gup visto che la procura distrettuale competente per questi reati di stampo mafioso si trova ad Ancona e non a Pesaro. Si è costituita parte civile la famiglia con nove componenti.

’Ndrangheta Ancona, catturati i killer: uccisero il fratello del pentito

Secondo l’accusa, Tripodi e Candiloro sarebbero gli autori materiali dell’omicidio, ossia coloro che hanno premuto il grilletto, svuotando sulla vittima un intero caricatore con pistole calibro 9. Una vendetta, secondo la ricostruzione dei fatti, per il "tradimento" del fratello Girolamo detto Biagio, che aveva comportato per la cosca una serie di arresti e di condanne. Tripodi, difeso dall’avvocato Vincenzo Trungadi, ha scelto il rito abbreviato secco, senza perizie, mentre per Candiloro, assistito dall’avvocato Fausto Bruzzese, sarà invece un abbreviato condizionato ad una visita oculistica. Un dettaglio importante. Gli investigatori hanno indicato il 43enne come il killer che, il giorno dell’omicidio aveva addosso un berretto, una sciarpa e un parka, ma non gli occhiali da vista di cui invece farebbe uso e dai quali non si separerebbe mai perché altrimenti non vedrebbe. Candiloro, sostiene sempre la difesa, non avrebbe mai usato nemmeno lenti a contatto quindi quello indicato come uno dei sicari potrebbe non essere lui. Nell’udienza di ieri, gli imputati erano in collegamento dalle carceri dove sono rinchiusi da oltre un anno ed hanno ascoltato l’inizio della requisitoria del pm Paolo Gubinelli (a cui seguiranno la prossima volta quelle del pm Daniele Paci e della procuratrice Monica Garulli). Gubinelli ha ripercorso, in quattro ore, la fase preparatoria del delitto, "voluto dalla cosca dei Crea per vendetta" dopo l’attentato al patriarca Teodoro da parte di Girolamo Bruzzese, per poi concentrarsi sull’esecuzione del delitto arrivato "dopo un mese di preparazione e di sopralluoghi". I killer hanno colpito nel giorno di Natale del 2018 perché avrebbe fatto più male ai familiari. Udienza rinviata al 9 febbraio.

ro.da.