Determinati e in corteo il sindaco e il rettore

Le massime istituzioni cittadine insistono per evitare che si compia una offesa al territorio e alla città

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Dal sindaco agli assessori, dalla destra alla sinistra, dagli ecclesiastici ai laici, fino all’Università e alle associazioni. Ieri mattina, a chiedere la nomina di un nuovo pastore per l’Arcidiocesi di Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado c’erano un po’ tutte le componenti della società locale, unite in un’unica lotta. "Come persona e come sindaco mi unisco ancora una volta alla battaglia – ha commentato Maurizio Gambini –. Le amministrazioni comunali coinvolte hanno scritto alle istituzioni ecclesiastiche, ricevendo risposte evasive. Tuttavia, siamo intenzionati a continuare la lotta per il nuovo arcivescovo". Sempre dalla maggioranza, l’assessore Elisabetta Foschi parla di "importante presa di coscienza della città e delle istituzioni. Siamo uniti a chi conduce questa battaglia e negli ultimi tempi abbiamo coinvolto anche Gianni Letta, che ci ha garantito un intervento per favorire un ripensamento".

Lino Mechelli, capogruppo in Consiglio comunale di “Urbino Città Ideale“, definisce quella che sta avvenendo in città "una vera rivolta verso un affronto. Non accettiamo decisioni senza aver valutato i problemi delle realtà locali. È bene ripensarci, vogliamo un vescovo che c’è sempre stato, sin dal VI Secolo". Presenti erano anche rappresentanti della minoranza in Consiglio comunale, dal capogruppo di Urbino e il Montefeltro, Giorgio Londei, al segretario del Partito democratico urbinate, Giorgio Ubaldi. "L’arcidiocesi deve rimanere – afferma Londei –. Ci sono motivi storici, perché Urbino ha sempre dato tanto alla Chiesa, ma anche geografici e istituzionali, perché siamo pure stati riconosciuti come capoluogo di provincia. Urbino deve avere un nuovo arcivescovo, altrimenti sarebbe una spoliazione". Per Ubaldi, il flash mob di ieri mattina è stato "un evento importante. Il continuo declassamento di Urbino è diventato intollerabile ed eliminare l’arcivescovo sarebbe gravissimo: si cancellerebbero anni di storia e un punto di riferimento. Tutte le istituzioni devono muoversi per far tornare il Vaticano su una decisione che impoverirebbe un territorio già in difficoltà". Alla manifestazione si è unito anche il rettore dell’Università Carlo Bo, Giorgio Calcagnini: "Abbiamo sempre sostenuto dall’inizio la possibilità della nomina di un successore di monsignor Giovanni Tani, siamo qui per mostrare sostegno. La comunità si ribella all’ipotesi, perché il vescovo è una figura importante per essa".

Secondo Massimo Guidi le già oltre 800 firme raccolte per chiedere la nomina "dimostrano la grande partecipazione dei cittadini. Si capisce come la perdita dell’arcivescovo sarebbe un fatto molto grave. Il futuro dovrà passare attraverso il rilancio delle zone interne, che è la soluzione per risolvere il sovraffollamento delle grandi città".

Infine, dalle associazioni, Egidio Cecchini di Confcommercio parla di "città che si mobilita, in tutte le proprie componenti, per contrastare un provvedimento in controtendenza con le iniziative di valorizzazione del territorio che ne stanno disegnando un futuro positivo. Questo, invece, non ha significato, lo contrasta".

n. p.