di Elisa
Mencarini
Eroina sulla costa, alcol nell’entroterra. Appare così la geografia delle dipendenze nella nostra provincia. Con un dato comune, che è l’aumento degli accessi all’ex Sert (circa il 30%) e la necessità, sempre più forte, di prevedere sostegni anche per chi condivide quotidianamente quell’inferno. Le famiglie. "Il dato preoccupante, che dovrebbe farci riflettere – commenta il direttore dell’Stdp (Servizio territoriale dipendenze patologiche) di Urbino, il dottor Michele Parisi – è l’aumento di oltre un terzo degli accessi nel nostro servizio, riscontrato negli ultimi due anni. L’utenza è molto ampia perché il problema delle dipendenze interessa tutte le età, dagli adolescenti agli adulti e il suo aumento è dovuto anche alle nuove sostanze legali e illegali che si trovano più o meno facilmente in commercio. Inoltre si stanno diffondendo nuove forme di disagio legate per esempio alla dipendenza da Internet e dalle nuove tecnologie e al fenomeno del ritiro sociale, quello che in Giappone viene indicato con il termine hikikomori, che noi, in quanto servizio, non ci siamo ancora mai trovati ad affrontare nella sua forma più estrema. Ciò che riscontriamo sono forme di isolamento sociale parziale e di ritiro scolastico, per cui è fondamentale il supporto della famiglia nell’intercettare la problematica e nell’affrontarla".
A proposito di famiglia, il coinvolgimento della rete famigliare è molto importante nel caso di qualsiasi disagio psichico o dipendenza patologica. "E’ così – progegue il dottor Parisi –. Anche i famigliari hanno bisogno di uno spazio in cui confrontarsi e condividere ansie e paure e la risposta è molto positiva. Abbiamo da poco favorito la creazione nel nostro territorio di tre ’club alcoologici territoriali’ a Urbino, Cagli e Urbania, in cui si ritrovano volontariamente famigliari eo pazienti che presentino un qualsiasi tipo di dipendenza patologica, dall’alcol al gioco d’azzardo, all’uso di sostanze o anche dipendenze comportamentali".
L’Stdp di Urbino afferisce al dipartimento per le dipendenze patologiche di Pesaro, diretto da Giovanna Diotallevi, e fa parte della Ast di Pesaro Urbino; considerando una prospettiva più ampia sull’intero territorio della costa e dell’entroterra, viene da chiedersi se ci sia una differenza nella tipologia di utenza e nelle forme dipendenze tra le due realtà. A rispondere è il sociologo Marco Zazzeroni: "Nell’entroterra – afferma – a prevalere è la dipendenza da alcol, anche, secondo una mia analisi, in ragione di un fattore culturale che vede, ad esempio, nei piccoli centri il bar come luogo d’incontro e una socialità che passa soprattutto attraverso la condivisione di un bicchiere di vino; nella costa si ritrova in prevalenza la persona dipendente da eroina che, molto spesso, vive per strada o non ha mantenuto comunque né una socialità né una dimensione lavorativa, come invece accade più spesso nelle persone che manifestano un’altra tipologia di dipendenza".
La sfida, per affrontare e combattere le nuove forme di dipendenza, è utilizzare un approccio diverso: "In definitiva ciò che stiamo cercando di fare è portare il servizio al di fuori della sua struttura fisica ed estenderlo all’intero territorio perché quanto prima si riesce a intercettare il problema più è probabile che lo si riesca a risolvere".