
Alice Amadori: «. Iniziamo a occuparci del benessere mentale dei giovani»
"Iniziamo a occuparci del benessere mentale dei giovani". È la proposta che giunge dalla minoranza urbinate, che nel prossimo consiglio comunale, in programma venerdì, presenterà una mozione riguardante proprio il disagio psicologico tra i giovani. A spiegarla è la prima firmataria, la consigliera di Futura Alice Amadori: "Lanciamo una proposta concreta per affrontare il problema con serietà e responsabilità: l’istituzione di un progetto comunale dedicato al benessere mentale dei ragazzi tra i 16 e i 30 anni. Una proposta tanto ambiziosa quanto necessaria, ispirata a esperienze già avviate con successo in altre città come Roma, Fano e Pesaro. Eppure, a Urbino, un’iniziativa simile tarda ad arrivare, in un momento in cui è necessario adattare e replicare modelli che funzionano, mettendo al centro il benessere dei giovani".
Nel contesto italiano e locale ansia, depressione, isolamento sociale, abuso di alcool, uso di droghe, autolesionismo e difficoltà relazionali sono in costante aumento tra i giovani, aggravati dalla pandemia, dalla pressione accademica e da un contesto lavorativo sempre più incerto. L’ateneo ha già attivato iniziative come il progetto Me.Mo – Mente in Movimento. "Ma questi servizi non raggiungono la totalità della popolazione giovanile – prosegue Amadori – per cui occorre un progetto municipale inclusivo, gratuito e capillare, che coinvolga scuole, università, professionisti, associazioni culturali e sociali. Nella mozione facciamo riferimento al progetto ‘A Mente Libera’ del Comune di Roma, che offre incontri gratuiti con psicologi e workshop su tematiche come ansia, gestione delle emozioni, body shaming. Realtà vicine come Fano e Pesaro hanno attivato sportelli di ascolto e centri di consulenza gratuiti, anche in sinergia con i servizi sanitari e sociali.
A Urbino potremmo replicarli, magari attraverso l’uso di postazioni mobili capaci di raggiungere frazioni e comuni limitrofi, in collaborazione con l’Unione Montana".
Conclude Amadori: "Bisogna mostrarsi disponibili all’ascolto e all’aiuto, serve un impegno strutturale, con fondi adeguati e continuità nel tempo. Chiediamo alla Giunta di attivarsi per intercettare finanziamenti tramite bandi regionali, fondi PNRR e collaborazioni con fondazioni private. Servirà poi una campagna di comunicazione efficace che sappia informare, sensibilizzare e abbattere lo stigma che ancora troppo spesso circonda chi chiede aiuto. Non è più possibile ignorare il crescente disagio giovanile: la salute mentale dei giovani non può aspettare. È tempo che anche Urbino diventi una città che ascolta, che accoglie e che agisce, prima che il silenzio diventi troppo pesante da sopportare".
gio. vol.