Discarica di Ca’ Lucio, bocciato il ricorso

I residenti che si erano mobilitati contro l’ampliamento ora dovranno risarcire 16mila euro agli enti. Paolini: "Noi abbiamo operato bene"

Migration

Il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso per ottemperanza dei residenti nella zona della discarica di Ca’ Lucio, condannandoli al pagamento delle spese legali (16mila euro in totale). I sei cittadini che hanno presentato il ricorso mettevano in dubbio l’operato della Provincia di Pesaro e Urbino riguardo alla precedente sentenza del Consiglio di Stato che nel novembre 2018 aveva annullato la delibera della giunta provinciale del 2013 con cui veniva autorizzato il gestore Marche Multiservizi spa all’ampliamento della discarica per rifiuti non pericolosi di Ca’ Lucio di Urbino.

"Secondo i ricorrenti non sarebbe stata compiuta una adeguata attività istruttoria – si legge nella sentenza – sulle osservazioni presentate dai ricorrenti e non sarebbe stata valutata l’“opzione zero“, ossia quella di non approvazione del progetto di ampliamento della discarica".

Sempre nella sentenza del 2018 però il Consiglio di Stato aveva indicato le linee guida da percorrere nel caso in cui si fosse dato nuovamente seguito all’istanza di ampliamento della discarica, mediante rilascio di autorizzazione. Da qui la presentazione di un nuovo progetto da parte di Marche Multiservizi Spa, a cui la Provincia ha rilasciato autorizzazione VIA e AIA, che ha superato positivamente il vaglio del Consiglio di Stato. "Il vizio di elusione non sussiste – scrive il Consiglio di Stato – poiché la sentenza del 2018 non ha conformato in modo puntuale i contenuti della nuova valutazione che l’Amministrazione avrebbe dovuto compiere in sede di riedizione dell’autorizzazione integrata ambientale ma si è limitata a rilevarne le carenze e ha disposto che fosse nuovamente effettuata integrandola degli eleementi mancanti".

I cittadini che hanno presentato il ricorso sono stati condannati al pagamento delle spese legali: "La sentenza è stata comunicata via pec dal Consiglio di Stato al nostro avvocato difensore – spiega la Provincia –. L’importo complessivo è di 16mila euro così divisi: 4mila alla Provincia, 4mila all’Ata Rifiuti, 4mila ai Comuni di Urbino, Urbania ed Unione Montana Alta Valle del Metauro e 4mila a Marche Multiservizi Spa". Il presidente Giuseppe Paolini esprime soddisfazione ma al contempo non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: "La sentenza – evidenzia Paolini – ha confermato il giusto operato dell’Amministrazione provinciale e la professionalità dei nostri uffici in campo ambientale, materia particolarmente complessa dal punto di vista tecnico e normativo. Ringrazio l’avvocato del nostro Ufficio Legale Maria Beatrice Riminucci che in questi anni ha seguito la vicenda giudiziaria. Voglio solo aggiungere che tante polemiche sterili potevano essere evitate, sono servite solo a creare incertezza e preoccupazione tra la popolazione".

Gli fa eco il presidente dell’Unione Montana e sindaco di Mercatello sul Metauro Fernanda Sacchi: "Abbiamo sempre lavorato – commenta – assieme a Marche Multiservizi Spa e agli altri enti in piena sinergia e in modo trasparente per il bene della comunità, accogliamo in maniera positiva l’esito del ricorso".

Andrea Angelini