Domenico Enrico Caputi: chi è l'apicoltore trovato morto sotto uno sciame d’api

Tragedia nelle campagne di Urbino. Rinvenuto il corpo di un pensionato di 66 anni accanto alle sue arnie. Ricoverato il soccorritore

Un apicoltore con le sue arnie (foto d’archivio)

Un apicoltore con le sue arnie (foto d’archivio)

Urbino, 19 aprile 2022 - Era disteso a terra, morto. Con sopra uno sciame d’api che roteava e una ’arnia’ contenente api rovesciata. Tragedia ieri nelle campagne di Urbino, vicino a Rancitella, poco lontano da Pieve di Cagna. Un pensionato di 66 anni, apicoltore, Domenico Enrico Caputi, del posto, è stato rinvenuto senza vita vicino alle sue 15 arnie per la produzione del miele che rappresentavano la sua passione. Potrebbe esser stato punto da una miriadi di api e, benché protetto dalla tuta, aver avuto uno choc anafilattico che lo ha ucciso. Non si esclude nemmeno una crisi cardiaca essendo stato colpito in passato da problemi sanitari di questo tipo.

L'indagine della Procura: colpito da un malore

La scoperta del corpo è stata fatta dalla moglie e dal figlio che intorno alle 13 di ieri, non vedendolo tornare per il pranzo, sono andati a cercarlo nella tenuta in campagna dove accudiva le sue api. E qui lo hanno trovato a terra, senza vita, ma senza poter avvicinarsi a lui perché vi era lo sciame d’api sopra essendosi rovesciata la casetta che le conteneva. Sono stati chiamati i vigili del fuoco di Urbino i quali, due di loro, si sono avvicinati dopo aver indossato la tuta di protezione. Malgrado questo, le api li hanno attaccati bucando la protezione e pungendoli per almeno 15 volte a testa. Un pompiere, colpito ad un occhio, è stato costretto a ricorrere al pronto soccorso dove è rimasto per tutta la sera per evitare conseguenze ulteriori all’occhio,

Intanto sul posto sono intervenuti sia i sanitari del 118 che hanno constatato la morte sia i carabinieri che dovranno cercare una spiegazione a questa morte, che dovrebbe essere avvenuta a metà mattina, dunque alcune ore prima del ritrovamento del corpo.

Da quanto si è appreso, l’uomo stava tagliando con un "segaccio" alcuni rami d’albero in quanto che erano penzolanti sopra alle arnie di api. Ora spetterà agli inquirenti stabilire se sia caduto dall’alto nel tagliare i rami colpendo la testa oppure il rovesciamento della casetta d’api e l’uscita improvvisa dello sciame che si è riversato sul malcapitato possa aver determinato la morte del 66enne. Ma c’è anche una terza ipotesi che va presa in considerazione. I familiari hanno riferito ai sanitari che il loro congiunto era stato colpito anni addietro da problemi cardiaci e per questo non si escludo il malore o un attacco di cuore come causa della morte.

Ci vorrà quasi sicuramente l’autopsia per stabilirlo con precisione ma è certo che per la sua patologia avrebbe dovuto osservare un regime di vita morigerato e senza sforzi. Il taglio del ramo oltre alla sua attività di apicoltore lo portava ad avere un impegno importante. Dopo che i vigili del fuoco, a fatica, sono riusciti a portare via il corpo dalla narnie e dallo sciame uscito dall’involucro rovesciato, i carabinieri e i sanitari hanno potuto fare i primi accertamenti per poi trasferire il corpo, su disposizione della procura della Repubblica, all’obitorio di Urbino per l’eventuale autopsia che deve essere decisa dal pm di turno. Rimangono comunque delle domande a cui dare una risposta: che cosa può aver ucciso il 66enne e se la caduta nell’arnia contenente le api può essere avvenuta in seguito ad un probabile malore essendo già sofferente di cuore. Dubbi che solo l’autopsia potrà sciogliere. La tragica fine di Domenico Caputi ha profondamente colpito i residenti e quanti lo conoscevano sapendo della sua fortissima passione per l’attività di apicoltore che richiedeva molto tempo e cura e di cui conosceva i rischi tanto da non tralasciare mai di indossare la sua tuta protettiva. Come ha fatto per l’ultima volta anche ieri.

ro.da.