Donna 'fantasma' Pesaro, quasi 50 anni in una stanza. "L'hanno vegliata per 7 ore"

Il racconto della guardia medica in servizio domenica scorsa ad Apecchio: "Morta a mezzanotte, l’allarme solo al mattino"

Pesaro, la casa di Apecchio dove è vissuta la donna 'fantasma'

Pesaro, la casa di Apecchio dove è vissuta la donna 'fantasma'

Apecchio (Pesaro e Urbino), 12 giugno 2019 - Si chiama Lorenzo Di Biasio, ha 37 anni ed è di Perugia. E’ la guardia medica in servizio domenica scorsa ad Apecchio chiamato a constatare la morte di Luciana: «Ho ricevuto la chiamata intorno alle 7. Sapevo già che la persona era morta perché così mi è stato detto al telefono. Sono arrivato in questa casa e poi sono salito in camera e ho visto questa donna magrissima distesa sul letto, già con la rigidità della morte, segno che il decesso risaliva a diverse ore prima. C’era una signora molto anziana col rosario e la sorella Valentina. La stanza era buia, con le finestre chiuse. Ho chiesto di accendere la luce ma non c’erano lampadine al lampadario. Allora ho fatto aprire le serrande e mi sono accorto della magrezza del corpo, di alcune ecchimosi alla fronte, dei piedi gonfi con delle ulcere».

«Ho chiesto innanzitutto – continua il medico – a quando risaliva la morte, e la sorella mi ha risposto che Luciana era morta intorno a mezzanotte davanti ai suoi occhi. Le ho domandato perché avesse atteso sette ore prima di chiamare un medico, ma non ha saputo dare una spiegazione precisa. Ho chiesto della magrezza e mi ha detto che la sorella non mangiava più da qualche giorno e che ultimamente si era ritirata in casa. Non mi ha riferito che faceva questa vita invece da quasi mezzo secolo. Le ho detto che non credevo al fatto che una magrezza di quel tipo fosse dovuta solo a due o tre giorni di digiuno. Ho chiesto di vedere delle cartelle cliniche pensando a malattie ma ha risposto che non ne avevano. Allora ho chiesto qualche esame di laboratorio e anche questi non c’erano perché mai fatti. Ho chiesto un documento di riconoscimento e non ne aveva. Ho scritto il nome e il cognome che mi è stato detto dalla sorella. Poi mi ha fatto vedere un vecchia tessera sanitaria. Accorgendomi di questi ematomi alla fronte, ho sollecitato delle spiegazioni. Mi è stato risposto dalla sorella che ultimamente Luciana zoppicava per i piedi gonfi ed era caduta battendo la testa in una sedia. Ho riportato nel referto tutto questo ed ho chiamato qualche ora dopo il medico curante che mi ha confermato di non aver mai visitato in tanti anni la paziente ma di sapere della sua esistenza».

«Ci siamo detti d’accordo – racconta il medico – nel richiedere l’autopsia perché non sappiamo la causa della morte. Ricordo di aver chiesto alla sorella il perché non avessero mai chiamato il 118 di fronte alle drammatiche condizioni della sorella. Mi ha risposto che lei non voleva e che si sarebbe messa a urlare. E a mezzanotte è morta mentre parlavano».

ro.da.