
Filippo Magnini, pluricampione di nuoto pesarese, ha ripercorso il doloroso periodo che l’ha visto coinvolto nella vicenda del doping
Pesaro, 4 marzo 2025 – “In quei 3 anni, non lo dico per esagerare, io ho pianto tutti i giorni. Sapevo di essere a posto, di essere pulito e tranquillo e la convinzione di riuscire a vincere questa battaglia l’ho sempre avuta”. Filippo Magnini, pluricampione di nuoto pesarese, ha affidato alle telecamere e ai microfoni del podcast “Mvp - Most Valuable Podcast“ un lungo sfogo ripercorrendo la vicenda dell’accusa per doping che lo ha visto protagonista. Filippo Magnini nel 2020 era stato assolto dal Tas, il tribunale arbitrale sportivo di Losanna, ovvero il corrispondente della Corte di Cassazione. I giudici svizzeri avevano cancellato la condanna di primo e secondo grado del Tribunale nazionale antidoping di Roma a 4 anni di squalifica per tentata assunzione di sostanze illegali. Avevano anche condannato la procura romana al pagamento di 5mila franchi svizzeri per le spese legali sostenute dal campione per difendersi e far venire a galla la propria verità. Magnini è stato intervistato da Flavio Bizzarri e Luca Dotto, nel podcast trasmesso via web e prodotto da Light Up e Artemisia Officina Creativa. Ha ripercorso il doloroso periodo che l’ha visto coinvolto nella vicenda del doping. “Capivo le cose che non andavano, i magheggi, le cose strane. Hanno fatto proprio delle porcate devastanti che se fossimo al Far West l’avrei risolta veramente in altro modo, però siamo giustamente delle persone brave, coscienziose, oneste e sincere. E io ho sofferto veramente in quei 3 anni anche se mi facevo vedere bene per i miei genitori perché loro soffrivano ma non potevano aiutarmi in nessun modo”.
Gli anni delle accuse sono coincisi anche con l’inizio della storia d’amore con Giorgia Palmas, che poi è diventata sua moglie. “Quei tre anni sono stati anche i più belli perché Giorgia m’ha dato una mano devastante. Pensate che il primo giorno che l’ho riaccompagnata a casa, ci conoscevamo da pochissimo, non eravamo fidanzati non ci eravamo ancora mai dati un bacio, io sotto casa le ho raccontato questa storia. Le ho detto ‘ti dico tutto quello che mi capiterà da qui a breve. Sappi che non sarai di fianco a una persona che è campione del mondo e che tutti amano ma sarò uno a cui getteranno merda (ha raccontato senza mezzi termini ndr.) e anche falsità devastanti’. E’ stato il mio primo gesto d’amore nei suoi confronti. Tutto quello che mi ha detto in quei tre anni mi ha aiutato, mi ha detto la cosa giusta e mi ha calmato quando dovevo calmarmi”.
Dalla disperazione alla gioia. Filippo Magnini ha anche raccontato la felicità, incontenibile, di quando ha ricevuto l’esito della sentenza che lo ha assolto dalle accuse. Ma resta l’amaro in bocca di un’esperienza che l’ha segnato nel profondo e alla domanda “ti sei fatto un’idea sul perché è successo tutto questo e perché, poi, è diventata una questione a livello personale?”, Magnini ha risposto. “Io ce l’ho la soluzione ma non la posso dire e probabilmente non la dirò mai però sono arrivato a una quadra. Sono cose politiche, sono cose di persone particolari. Come quando ti trovi nel momento sbagliato nel posto sbagliato. In quel momento dovevo essere colpito io per certe ragioni e andava bene così, però non sapevano che io le gare le ho sempre vinte negli ultimi metri”.