ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Dose fatale a un durantino. Due quarantenni arrestati

Un uomo e una donna residenti nell’entroterra pesarese sono accusati di aver venduto la cocaina che costò la vita a una persona nell’estate di due anni fa.

L’operazione dei carabinieri è scattata all’alba di lunedì

L’operazione dei carabinieri è scattata all’alba di lunedì

Sono accusati di aver venduto la dose di cocaina fatale che, poco meno di due anni fa, è costata la vita a un residente di Urbania. Un uomo e una donna del pesarese sono stati incastrati dal tracciamento fatto dagli investigatori sui loro telefoni: i due pusher e la vittima sono infatti stati localizzati negli stessi posti e nelle stesse ore poco prima della morte dell’uomo che, la sera dell’overdose, aveva prelevato al bancomat più contanti del solito.

È scattata all’alba di lunedì un’operazione dei carabinieri della compagnia di Urbino, con il supporto delle Stazioni di Urbania e Sassocorvaro-Auditore, che ha portato all’arresto di un uomo di 48 anni e una donna di 41, entrambi residenti nell’entroterra pesarese. I due sono finiti ai domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Urbino, su richiesta della procura.

Le accuse nei loro confronti sono pesanti: decine di episodi di spaccio di cocaina e hashish, avvenuti tra il 2021 e il 2024 in diversi comuni dell’area del Montefeltro. Ma non solo. I due sono anche sospettati di aver ceduto la dose di cocaina che avrebbe provocato la morte per overdose di un uomo a Urbania, nell’estate del 2023. L’indagine ha preso le mosse proprio da quel tragico episodio. Era l’8 luglio 2023 quando i Carabinieri della Stazione di Urbania intervennero nell’abitazione della vittima, allertati dal personale sanitario del 118. L’uomo era già deceduto al loro arrivo.

Durante il sopralluogo, all’interno del suo portafoglio fu trovato un involucro contenente cocaina e una piccola somma di denaro. L’autopsia avrebbe poi confermato che la causa della morte era un’overdose. Da quel momento è partita un’attività investigativa complessa e approfondita. Incrociando i dati delle celle telefoniche agganciate dal cellulare della vittima con quelli relativi alle utenze in uso ai due sospettati, i militari sono riusciti a ricostruire i movimenti e i contatti nelle ore immediatamente precedenti alla morte. I tre si trovavano nelle stesse zone e negli stessi orari, fino a poco prima del decesso.

Determinanti, inoltre, i riscontri ottenuti dall’analisi di alcuni prelievi bancomat effettuati dalla vittima quella stessa sera, per importi insoliti rispetto alle sue abitudini. Secondo gli investigatori, quei soldi sarebbero serviti per l’acquisto della dose letale. I due indagati si trovano ora agli arresti domiciliari.