Droga: 13 nigeriani dal parco al carcere Erano diventati i padroni del Miralfiore

L’inchiesta partita da un dato: 70 casi di malori e overdose in due anni tra i tossicodipendenti soccorsi dai sanitari del "118"

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di Roberto Damiani

Settanta overdose in due anni all’interno del parco Miralfiore, persone salvate all’ultimo secondo. Ma non tutti sono stati fortunati. Una donna venne rinvenuta morta il 14 giugno scorso alla fermata del bus di via Solferino. Il parco diventato piazza di spaccio a cielo aperto che la polizia ha filmato e documentato per due anni, arrivando l’altro ieri alla cattura di 13 nigeriani e alla notifica ad altri sei connazionali di altrettanti fogli di via da Pesaro. Gli arrestati, con un’ordinanza di custodia di 1200 pagine firmata dal gip Messina, sono stati bloccati in case di fortuna, in un campeggio e pochi in una abitazione vera e propria. Per arrestarli sono stati mobilitati non meno di 50 poliziotti. Tutti migranti che hanno scelto, appena arrivati a Pesaro, di frequentare il parco Miralfiore e mettersi a spacciare droga sotto gli alberi. Incassavano 800 euro al giorno, con una clientela sempre più numerosa fino ad arrivare negli ultimi giorni a 40 o 50 persone. Ma la storia per loro è finita l’altro ieri quando la polizia gli ha messo le manette per spaccio con cessioni di droga dal 2020 al 2022. Più di 500 episodi di spaccio ad altrettante persone poi identificate quali consumatori di eroina, cocaina, hashish, incuranti di ritrovarsi a pochi metri dai giochi dei bambini o da famiglie sull’erba.

La questura di Pesaro ha reso noto in una conferenza stampa tenuta dal questore Raffaele Clemente la complessività dell’operazione ’Cento Fiori’, proprio perché "abbiamo controllato panchina per panchina, albero per albero, cespuglio per cespuglio" ha detto il questore. Tutti gli arrestati, eccetto una donna di Haiti, sono giovani provenienti dalla Nigeria. Solo due dei 19 indagati avevano un lavoro, tra cui un negozio. I soldi dello spaccio venivano in gran parte spediti in Patria. Ha spiegato il questore: .

E ancora:

Perché meglio vediamo e peggio si muovono i criminali. Questi primi risultati raggiunti – ha continuato il questore Clemente – costituiscono il punto di partenza per la sicurezza di quel

territorio cittadino>. Tutti i consumatori, individuati anche con telecamere, verranno segnalati come tali alla prefettura per le conseguenze del caso. Il questore ha poi detto che gli arrestati potrebbero essere espulsi"