
Presentato il volume con studi e ricerche sul monumento urbinate, tra i centri della vita cittadina
Oltre un millennio di storia raccontato in circa 400 pagine, con nuovi studi, nuove immagini e scoperte emerse durante il restauro seguito ai terremoti del 2016. Giovedì, l’Arcidiocesi di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado, il Comune e l’Università Carlo Bo hanno presentato “La cattedrale di Urbino“, libro che ripercorre in maniera multidisciplinare le vicende del duomo e ne racconta la centralità nella vita della città, riprendendo le più importanti ricerche effettuate fin qui, ma offrendo nuovi punti di vista.
"Questa ricerca ha restituito alla città la conoscenza delle proprie opere, ma soprattutto di un deposito storico e culturale che determina perché noi siamo urbinati – dice don Davide Tonti, vicario episcopale per l’Arte e la Cultura e curatore del volume insieme a Sara Bartolucci e Anna Fucili –. Il volume ci consente di avere un approccio diverso per riprendere il significato di questa chiesa, centro della vita e della cultura di Urbino". L’opera, che raccoglie saggi e schede delle opere d’arte realizzati da 15 studiosi, ha coinvolto anche Museo Diocesano Albani, Rete musei di arte sacra nel Ducato di Urbino, Soprintendenza, Regione, Provincia, Legato Albani e Deputazione di Storia patria per le Marche.
"Questo è un libro importante e imponente, per numero di pagine e grammatura della carta, dà l’impressione di avere in mano un tesoro", ha detto il vicesindaco, Giulia Volponi, mentre per Giorgio Londei, presidente del Legato Albani, "la copertina meriterebbe un quadro. Poi, il contenuto spiega molto bene come la cattedrale sia intrisa della storia urbinate ed europea". A scendere nei dettagli è la storica dell’arte Anna Fucili: "I saggi viaggiano in maniera autonoma e in qualche maniera introducono le schede delle opere, che rappresentano un itinerario per i visitatori. Si parte dalla storia della cattedrale, richiamando gli studi di don Franco Negroni, Pasquale Rotondi e Manfredo Tafuri, poi ci sono saggi su Giuseppe Valadier, che la ricostruì dopo i terremoti del XVIII Secolo ed è il passepartout per ricostruire la storia del duomo. Tra i contributi va ricordato quello di Silvia Cuppini, a cui il libro è dedicato".
Anna Falcioni, presidente della Deputazione e docente Uniurb, spiega che il libro "rappresenta una summa della storia di Urbino. Il restauro post-sisma ha permesso di avere ulteriori conoscenze sull’edificio: tante novità emergono, per quanto riguarda tele, opere d’arte, stucchi, cupola e interventi successivi al matematico Muzio Oddi e al Valadier". Una storia che è anche quella della comunità, come spiega l’arcivescovo, monsignor Sandro Salvucci: "Qui si sono nutrite generazioni di cristiani. La cattedrale è il simbolo di una Chiesa che vive nella storia, custodisce una tradizione e la trasmette, ma è anche un luogo vivo. In essa, architettura e arte raccontano una fede che si è incarnata nel corso dei secoli e che ancora oggi chiede di essere accolta e vissuta da chi entra qui, persino dal turista".
Nicola Petricca