
Le parole di Biancani suonano come una presa di distanza dal passato
"Io non voglio essere indagato. Se un sindaco chiama un’impresa per farsi dare dei soldi (come sponsor ndr.) il giorno dopo quell’impresa gli viene a chiedere qualcosa (in cambio ndr.). Nessuno fa niente per niente. Io voglio continuare a muovermi dentro la legalità". Il sindaco Andrea Biancani ha tolto il freno a mano. Per la prima volta prende le distanze da un sistema, oliato e collaudato nelle passate legislature, che prevedeva la richiesta di soldi ai privati da parte del Comune per svariati motivi. Sistema che, in parte, è finito anche al centro dell’inchiesta Affidopoli. L’occasione è stata la conferenza stampa di ieri in risposta alle dichiarazioni del presidente della Vis Mauro Bosco che si diceva stanco dei ritardi del Comune (vedi pagina 2). Ma a un certo punto il calcio è passato in secondo piano. La palla, infuocata, che Biancani ha tirato in porta è stata la gestione delle sponsorizzazioni e dei rapporti tra l’amministrazione pubblica e i "benefattori" privati. Ieri Biancani è andato a ruota libera a favore di telecamere che, in diretta streaming trasmettevano la conferenza stampa sui social. "Siccome ci sono i cittadini che stanno seguendo la diretta – ha guardato fisso in camera Biancani –: secondo voi se un sindaco chiede a uno sponsor di sostenere una squadra, quello sponsor al sindaco non gli chiede niente? Lo fa per grazia ricevuta? Quindi il sindaco e l’amministrazione devono stare attentissimi ad avere un contatto di tipo economico con le aziende private perché nessuno fa niente per niente. Siccome noi vogliamo essere trasparenti e a posto con tutti, questo tipo di operazioni non le facciamo. Ma non per la Vis, non le facciamo per nessuno. Io ritengo che l’amministrazione che va a cercare gli sponsor sia un’idea sbagliata. Perché gli sponsor non sono benefattori, giustamente, hanno interessi imprenditoriali: io di queste cose non voglio sapere nulla".
Una rumorosa presa di distanza da quanto accaduto in passato, piuttosto regolarmente. Che il Comune sia intervenuto per chiedere sponsorizzazioni sui svariati fronti non è solo cosa nota, ma è anche emerso nell’ambito dell’inchiesta Affidopoli. Tra i tanti, un esempio su tutti: la lettera con cui il 17 giugno 2022 l’ex sindaco Matteo Ricci e il vice Daniele Vimini avevano chiesto soldi nero su bianco a Riviera Banca per alcuni eventi di interesse pubblico: "Gentile Presidente, ci permettiamo di richiedere una compartecipazione economica complessiva non inferiore a 40mila euro".
E non solo. L’inchiesta ha svelato che una parte di quei soldi in Comune non ci sono neanche mai arrivati perché sono finiti direttamente nelle casse dell’associazione Opera Maestra che fatturava al privato l’ammontare richiesto dal Comune. E poi c’era Franco Arceci, ex capo di gabinetto per dieci anni del sindaco Matteo Ricci che in risposta alle domande della Commissione consiliare controllo atti, a settembre scorso, aveva confermato che lo staff del sindaco chiedeva i soldi agli sponsor ma non si interessava di chi materialmente li incassava. Era un compito che dovevano sbrigare i dirigenti del settore. Comunque, in generale e al di là dell’inchiesta, il rapporto tra il Comune e i privati è stata sempre la normalità.
Ma ora, dopo le parole di fuoco del sindaco e alla luce di quel "nessuno fa niente per niente" che suona come uno spartiacque tra le gestioni Biancani e Ricci, chi e come andrà chiedere fondi per gli eventi?