E il titolare era entusiasta: "Ad averne gente così"

"Lavoravano di continuo, a testa bassa. Potevamo prolungare loro il contratto"

E il titolare era entusiasta: "Ad averne gente così"
E il titolare era entusiasta: "Ad averne gente così"

Davide Leva, 39 anni, pesarese, titolare unico della azienda agricola De Leyva. E’ un’azienda che oltre a produrre molte cose attua progetti di reinserimento ed attività sociale, e lavora anche con soggetti diversamente abili. I due albanesi poi evasi facevano parte di uno di questi progetti, che prevede di dare lavoro ai detenuti che stanno finendo la pena.

Davide, ve l’aspettavate, questa fuga?

"Macché,siamo rimasti sconvolti. Mai avuto degli operai bravi come loro".

Spieghi meglio...

"Lavoravano di continuo, e bene, da settembre a martedì scorso li avrò visti al massimo fermarsi cinque minuti per fumare una sigaretta...Quest’anno, anche grazie a loro, abbiamo raccolto il 40% in più di uva".

Hanno fatto solo vendemmia?

"Sono partiti con quella, poi ora lavoravano dove c’era bisogno..."

Ma si capiva che erano una coppia?

"Sì, stavano sempre insieme".

Parlavate con loro o loro parlavano con qualcuno?

"No, molto riservati ed educati. Lavoravano a testa bassa".

Martedì cosa è successo?

"Arrivano alle 7.30, regolari. Stanno sempre nella vigna. Io parlo con loro intorno alle 14, per dargli indicazioni sui prossimi lavori".

Poi?

"Venti minuti prima di rientrare in carcere, quando gli agenti della penitenziaria erano pronti per riportarli a Villa Fastiggi, ci accorgiamo che sono scomparsi".

Fino a quando sarebbero rimasti, se non scappavano prima?

"A dicembre, e potevamo anche prolungargli il contratto, anche perchè non è facile trovare gente così a posto che lavora nelle vigne. Loro erano una specie di macchina da guerra, dal punto i vista lavorativo. Ad averne gente così".

Quindi voi non li avete mai vissuti come ex delinquenti?

"No, mai".

Erano i soli detenuti a lavorare con con voi?

"No, c’era un loro connazionale, che infatti è rimasto con noi. Credo che i tre si conoscessero all’interno del carcere".

ale. maz.