Ecco il punto dove si è rotto l’argine

Ecco il punto dove si è rotto l’argine

Ecco il punto dove si è rotto l’argine

Il giorno dopo la grande piena, con relativi allagamenti e danni, si valutano le criticità. Il Foglia lunedì è uscito in due punti, per cause diverse, nel tratto a ridosso del casello autostradale.

Nel primo caso è successo in corrispondenza dello scarico del fosso di Case Bruciate: quando la piena del fiume ha superato il livello di deflusso del fosso, l’acqua sospinta dall’enorme pressione ha fatto il percorso inverso e dal fiume s’è riversata nelle aree golenali. Da lì è discesa fino alle aree urbanizzate, allagando capannoni industriali, casello, case, vivaio Pantanelli (invaso da un fiume d’acqua), per poi confluire nell’area di laminazione naturale. Il resto l’hanno fatto gli altri piccoli fossi (in parte ostruiti e mal regimati) che però da soli non avrebbero avuto la stessa forza dirompente.

Nel secondo caso, mezzo chilometro a valle, ha ceduto l’argine (foto) in sponda sinistra, a monte del galoppatoio. Ieri mattina lo squarcio è apparso evidente: l’argine si è sbriciolato per un tratto largo 8 metri e alto 4. E se all’inizio aveva ceduto solo la parte alta del manufatto, nella notte la piena ha fatto crollare il resto. In questo caso l’area allagata è in larga parte naturale, a parte un’unica abitazione fatta sgomberare nella notte dai vigili del fuoco. Ieri mattina i tecnici del Genio civile hanno svolto dei sopralluoghi. Ora si tratterà di agire al più presto, perché di fatto in quel tratto non esiste più l’argine e potrebbe bastare un modesto innalzamento del livello del fiume per provocare un’altra esondazione. A un primo esame, nel tratto crollato l’argine (realizzato nel dopoguerra) è fatto di terra. Le gallerie scavate dagli animali (nutrie, istrici) potrebbero averlo indebolito. Ieri mattina il Foglia era sceso di due metri rispetto al picco di piena e questo ha consentito di ripristinare la viabilità minore nella zona.