A volte ritornano. Soprattutto un partito importante com’era la Democrazia Cristiana nei suoi 50 anni di esistenza. La Dc pesarese, realtà più di opposizione che di governo in una provincia storicamente “rossa“, lo farà attraverso un libro “Il Valore dello Scudo“ a cura di Roberto Giannotti e Dario Andreolli, inserito nei Quaderni del Consiglio regionale delle Marche, che sarà presentato giovedì 31 ottobre alle 17 a Palazzo Montani Antaldi con la partecipazione dei giornalisti Luigi Luminati e Thomas Del Bianco.
Giannotti, da dove nasce questa avventura storica e politica?
"E’ la logica conclusione di un percorso. Dopo la pubblicazione “Il voto nella provincia di Pesaro e Urbino dal 1946 al 2019” e “L’oppositore” mi sembrava giusto ricordare l’esperienza della Democrazia Cristiana e soprattutto segnalare gli uomini che hanno fatto di quella esperienza un passaggio storico per il Paese".
Qual è lo scopo?
"Il desiderio di verità. Oggi si tende a minimizzare anzi a colpevolizzare la seconda repubblica e gli attori politici di quel periodo, prendendo a riferimento il ciclone di mani pulite che ha fatto piazza pulita dello schieramento di governo. In tanti hanno dimenticato il ruolo svolto dalla Dc per la ricostruzione di un Paese distrutto, per il mantenimento della conquista della libertà, per l’affermazione della democrazia e per lo sviluppo economico. Vogliamo sottolineare il grande valore dell’azione della DC nella rinascita italiana. E poi, la lungimiranza nelle relazioni internazionali".
Il peso della Dc nella ricostruzione?
"Quello che ci preme è sottolineare il grande valore del partito. Il titolo della pubblicazione ribadisce che la DC al Governo ha costruito un modello democratico fondato sulla valorizzazione del pluralismo politico che ha rappresentato una garanzia per la politica, PCI compreso".
Cosa ha significato la Dc per il territorio pesarese?
"La DC ha avuto il grande merito di dare voce ad una parte importante della società, mi riferisco al mondo cattolico e ai ceti moderati. Rappresentando la più concreta alternativa alla sinistra laddove svolgeva un ruolo di opposizione e dimostrando le proprie capacità di buon governo dove era in maggioranza".
Come funzionava l’essere all’opposizione negli enti locali e al governo a Roma?
"La DC pur svolgendo un ruolo di opposizione al PCI non ha mai mancato di dare il proprio contributo per lo sviluppo delle comunità della nostra Provincia".
Cosa ha significato lo scontro Dc-Pci nella storia politica locale?
"E’ stato uno scontro duro, fondato però sul rispetto. Una battaglia a tutto campo, non priva di momenti di tensione, che però ha avuto il pregio d’innalzare il livello dei contenuti del confronto politico".
Cosa dobbiamo riscoprire nelle storie dei 41 dirigenti Dc nel volume?
"Abbiamo dovuto fare delle scelte riduttive per motivi di spazio, ma abbiamo ritenuto giusto ricordare alcuni protagonisti".
Manca ancora un’intitolazione per Arnaldo Forlani, il più grande dei politici democratici pesaresi. Perchè?
"Una omissione grave del sistema politico locale al potere, che fa il pari con la svista della mancata partecipazione dei rappresentanti del Comune ai funerali del leader della DC".
Dove sbagliò una dirigenza esperta come a Dc?
"Nel non aver programmato e realizzato un concreto processo di rinnovamento".