"Ecco l’olio di una volta"

Matteo Italiano e la "spremuta" di olive da Ginestreto: "Tutto in purezza"

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Ginestreto ha il fascino della semplicità. Innanzitutto sul paese veglia suor Maria Pia che nel suo convento ascolta i bisognosi e li aiuta (sì avete capito bene, li ascolta mentre parlano, cosa rara oggi saper ascoltare). Poi c’è la Pieve antica che ci fa capire l’importanza millenaria del luogo. E poi c’è la campagna puntellata qua e là da boschi di ulivi. Quando Alessandro Italiano era appena nato, ovvero quarantaquattro anni fa, suo babbo Salvatore e sua mamma Anna ne piantarono trecentottanta tra raggiola e leccino. "Da allora queste piante non hanno mai conosciuto prodotto chimico, diserbante, o veleno che ne abbia intaccato la verginità", racconta Matteo che ha continuato a fare olio con la sua famiglia da allora e quasi per mezzo secolo, "come si faceva una volta, rispettando le piante e il loro ciclo, preservando la sanità del frutto, dell’oliva, senza mai aggiungere niente altro che trattamenti naturali e continuando a prediligere le macine a pietra che sono parte della nostra tradizione". Insomma, come dice lui, "cerchiamo di fare l’olio extravergine di una volta, lasciando che sia la natura a parlare". Il risultato è un olio extravergine orizzontale, ovvero un olio che si spande al palato con note dolci e verdi allo stesso tempo, opulento, polposo, una spremuta di olive vergini, l’ideale sia per accompagnare zuppe di legumi, piuttosto che insalate, pesce e carne. Uno di quegli extravergini versatili, dall’impatto delicato ma persistente con note floreali e fruttate e finale ammandorlato. Questo extravergine non partecipa a concorsi, né è segnalato in guide, semplicemente, spiega Matteo, "viene proposto dal produttore al consumatore nello spaccio aziendale di via Lanza a Pesaro dove abbiamo solo i prodotti della nostra terra, naturalmente"

d.e.