Ecco perché suonare è un atto rivoluzionario

Gli studenti della media si confrontano con la realtà e le difficoltà delle giovani musiciste afghane. Il dialogo con due direttrici d’orchestra

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Riflettendo sui nostri interessi e sulla necessità di far emergere ciò che ci appassiona di più, abbiamo intervistato due musiciste che vivono nella nostra città, Pesaro capitale della cultura 2024 : Francesca Perrotta e Roberta Pandolfi, direttrice d’orchestra e direttrice artistica di “Olimpia”, orchestra sinfonica composta da sole donne.

Le due artiste ci hanno parlato di come, dopo aver scoperto da bambine l’importanza della musica nella loro vita, hanno continuato a lavorare con impegno, sostenute anche dai propri genitori, in momenti particolari del percorso. Ci hanno poi spiegato cosa significhi per loro svolgere ruoli che ancora per lo più sono svolti da uomini e di cosa si occupa una direttrice artistica, ovvero sviluppare con la direttrice d’orchestra e altre persone delle idee, chiamare artisti, scegliere un particolare repertorio. L’orchestra Olimpia si caratterizza anche per la sua cooperazione con realtà che hanno idee importanti da promuovere, privilegiando un repertorio classico e contemporaneo in sinergia con le arti performative. Partecipa inoltre a iniziative sul tema della parità di genere, del diritto agli studi musicali e dei diritti umani. L’incontro con l’orchestra afghana Zhora, nasce infatti dalla volontà di Olimpia di sostenere gli studi e la professione delle musiciste afghane di Ensemble Zohra, unica orchestra femminile del Medio Oriente.

Le musiciste vanno dai 12 ai 18 anni e ora, costrette a fuggire dall’Afganistan a causa dei talebani, sono rifugiate in Portogallo. Il nome di questa orchestra è quello della dea della musica persiana e Olimpia spera di poter incontrare presto Zhora. Abbiamo riflettuto sul fatto che ci sono posti nel mondo dove purtroppo non è possibile per delle donne studiare e fare musica, le stesse famiglie spesso si oppongono e molte hanno ripudiato le proprie figlie. Alcune di queste ragazze afghane hanno dovuto proseguire gli studi nell’orfanotrofio di Kabul. Le ragazze di Zhora vogliono così contribuire a migliorare la loro società non facendo una guerra, ma ’solo’ studiando uno strumento musicale. Questo il loro messaggio di pace. Suonare può essere un atto rivoluzionario. L’Istituto musicale nazionale afghano educa all’ascolto e al rispetto reciproco. Ed è questa la potenza che la musica può farci scoprire, ritrovare pace e armonia in noi stessi e costruirla con gli altri. Classe 2ª E