
L’ex studio dentistico di via Gavardini che era stato occupato da due tunisini
Quattro locali forzati, uno dietro l’altro, in un caso anche due volte di fila. Sempre nello stesso quadrilatero e con le stesse modalità. È la mappa delle occupazioni abusive che, da settimane, sta trasformando una porzione del centro storico di Pesaro in una zona franca. Una piccola "via dei fantasmi", come la chiama chi ci vive: via Gavardini, via Stretta e via dell’Arsenale, tutte a due passi dall’Anagrafe comunale e a pochi metri l’una dall’altra. A raccontarci la vicenda è un residente esasperato che da mesi documenta tutto: porte divelte, fotocopiatrici trascinate contro l’ingresso per barricarsi, continui spostamenti notturni. Per i residenti è anche un problema di igiene. "La richiesta di intervento, partita un po’ da tutto il vicinato, non era rivolta agli occupanti abusivi – racconta il residente –, ma al fatto che gli occupanti, non avendo servizi igienici, utilizzavano via Stretta come toilette, trasformandola in un vespasiano maleodorante nel quale era diventato ormai impossibile passare".
Il primo segnale, infatti, è partito proprio da via Stretta dove si trova "il primo locale al quale è stata forzata la porta che poi è stata ripristinata dal proprietario". Poi è toccato a via Gavardini 25. Sono scattate le segnalazioni e, a inizio giugno, sono intervenuti carabinieri e polizia locale per lo sgombero di due cittadini tunisini che si trovavano all’interno. Appena 48 ore dopo è stata occupata la "Casa del combattente" in via dell’Arsenale "a un centinaio di metri di distanza". Secondo quanto segnala il residente, a distanza di un solo giorno, è stato preso di mira un altro locale, ancora in Via Gavardini. "A tre porte di distanza dal locale già sgomberato – racconta il residente –, e a meno di 10 metri dall’Anagrafe comunale. La porta è stata aperta a spallate. Ho presentato una segnalazione alle autorità che hanno avvisato il proprietario dell’avvenuta effrazione che, nel giro di un paio di giorni, ha provveduto a fare ripristinare l’infisso, a proprie spese. Dopo poche ore dal ripristino, la sera, la porta è stata nuovamente sfondata. La fotocopiatrice che si trova all’interno è stata spostata dagli occupanti abusivi vicino alla porta, in maniera da potersi barricare in casa durante le ore notturne". Il filo conduttore di queste occupazioni è che tutti i locali sono accatastati come uffici o depositi, non come abitazioni. Questo, in base al nuovo "decreto sicurezza" impedisce interventi immediati, non scatta infatti il reato di occupazione.