Elena, Martina e il fruttivendolo: "Siamo a terra, ma ripartiremo"

Le storie dei cantianesi che si stanno rimboccando le maniche per non perdere neppure un minuto "Dobbiamo superare lo choc di vedere la casa devastata e mettercela tutta per tornare come prima"

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Le sorelle Elena e Caterina Soriani abitano in una bifamiliare alle porte di Cantiano, a Pontedazzo, dove il torrente Burano passa accanto alla loro casa. Racconta Elena: "E’ successo tutto in un quarto d’ora, poco dopo le 18 di giovedì. Pioveva dalle 15,30 ma tre ore più tardi ci siamo accorti che l’argine non reggeva più. E in quindici minuti l’acqua è entrata dentro l’appartamento a piano terra, rovesciando gli armadi, la cucina, i tavoli, tutto. Siamo fuggiti al piano superiore per cercare riparo nel mio appartamento ma col terrore che l’acqua potesse arrivare anche qui, dove eravamo bloccati. Mio nipote ha spaccato una porta per liberarsi dalla trappola dell’acqua e mettersi in salvo. A destra avevamo il torrente esondato, a sinistra l’acqua, il fango e i detriti che scendevano dalla strada verso la casa spazzando via tutto. Non avevamo vie di fuga, la luce era andata via, i telefonini non funzionavano. Sono stati momenti che non dimenticheremo più. Adesso stiamo buttando fuori tutti gli arredi, ormai inservibili. Noi non vogliamo stare in attesa dieci anni per avere gli aiuti. Mi auguro che le istituzioni non ci abbandonino dopo questi primi giorni di clamore. Speriamo di farcela".

Nel centro di Cantiano, Martina Rossi, titolare di un negozio di abbigliamento, dice: "Sono ancora vestita come ieri perché non sono riuscita a tornare a casa e cambiarmi per affrontare l’alluvione". Martina, malgrado il suo negozio sia andato completamente distrutto, cerca di sorridere: "Dobbiamo trovare la forza di ripartire, insieme possiamo farcela. Ieri sera, sono uscita dal negozio appena è saltata la luce. Subito dopo è arrivata la piena qui in centro che ha portato via tutto. Adesso sto aiutando a pulire il negozio di fiori della mia amica Tiziana". La quale dice: "E’ trent’anni che vendo fiori e voglio continuare a farlo. Non sarà questo disastro a fermarmi e immagino che sia così per tutti".

Poco lontano, il fruttivendolo allarga le braccia dopo aver spalato fango da ore: "E’ il negozio di mia moglie Arianna. Era ben curato, c’era tutto. In un attimo l’acqua ha portato via ogni cosa. Stiamo ripulendo da stamattina ma viene la depressione. Da dove si ricomincia? Qui c’è da ricomprare tutto. Speriamo di riuscire a farcela ma non lo so".

Massimo Duro, ex dipendente provinciale, ha la casa invasa di fango. Gli elettrodomestici, sollevati dall’acqua arrivata ad oltre un metro, sono affastellati come coperte: "Ma guarda che razza di disastro ci doveva capitare. Qui c’è poco da fare se non prendere una pala e pulire buttando acqua e fango in strada sperando che defluisca nelle fogne se riusciranno a riaprirle. In quel quarto d’ora di inferno, l’acqua entrava da tutte le parti, sono saltate le porte, rotti i vetri, scardinati i mobili che si sono rovesciati anche addosso. Mai visto una scena così".

ro.da.