Eliseo Mattiacci, la scultura è in azione

Presentato negli Stati Uniti il volume che raccoglie immagini e testimonianze sull’artista nato a Cagli

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Un bel libro, pieno di foto anche inedite del periodo romano di questo scultore, ha tolto quel velo di polvere che il tempo aveva posato sull’opera di Eliseo Mattiacci, morto 3 anni fa. Una operazione quella che ha portato a termine il “Teatro degli artisti“ fondato da Franca Mancini e sotto la spinta della figlia dell’artista Cornelia, che ha rimesso in primo piano questa figura che ha segnato un tratto importante dell’arte in un periodo di grande fermento come fu quello che va dai primi anni Sessanta fino agli sgoccioli degli anni Ottanta, nella capitale. Perché si rimbalzava tra i grandi salotti della bella borghesia romana, alle ideologie che correvano da una parte all’altra dell’emisfero, tra Marcuse e Adorno.

Eliseo Mattiacci era, lui arrivato da Cagli, triangolando con Pesaro, il segno del “ribaltone“ di un concetto di arte, perché il suo “materiale“ lo andava a cercare nei mercati dei ferri vecchi. Cercava in basso poi per rivolgere la sua arte verso il cielo, il cosmo, il movimento delle stelle e l’astronomia.

E’ lungo venti anni questo libro ed è anche il cuore della sua esplosione come artista, all’interno di un movimento che è stato quello della cosiddetta arte povera. Dove Mattiacci ci stava senza però mai gradire questa etichetta che lo amalgamava in tutto a questo movimento. Un libro pensato "non tanto per ricordare la sua figura di scultore all’interno del mondo dell’arte nazionale, perché non ne ha bisogno, ma più per altro per fare conoscere la sua figura ed il suo talento all’estero", dice chi ha collaborato alla realizzazione di questo libro che è intitolato “Sculpture in Action“ e che ha un particolare: tutti i testi sono scritti in inglese proprio per uscire dall’ital-arte. A curarlo è stata Lara Conte che lo ha anche e ideato.

Un libro pensato per valorizzare, da parte del ministero della Cultura, il lavoro degli artisti italiani all’estero. Una operazione pienamente riuscita perché tra le varie presentazioni ne è stata fatta una anche a New York, città fra l’altro dove Mattiacci aveva esposto le sue opere e dove si era anche incontrato, cenando poi assieme, con quella star di oltre oceano che era Andy Warhol. Un racconto per immagini e con gli scritti dei critici che avevano seguito il percorso di questo vichingo che aveva puntato la sua prua verso il cielo: parlano di lui Bruno Corà, Vittorio Rubio, Fabio Sargentini, Mario Diacono con l’aggiunta di alcuni saggi di autori stranieri.

L’editore è la casa editrice londinese Ridmghouse.

m.g.