BEATRICE TERENZI
Cronaca

‘Ermione’ vince l’Oscar della musica. Il riscatto del grande flop di Rossini

Premio Abbiati alla messa in scena dell’opera nell’ultimo Rof: eletto miglior spettacolo del 2024. Nel 1819 fu un insuccesso. E il Cigno un po’ l’aveva previsto: "Temo che il soggetto sia troppo tragico" .

Anastasia Bartoli (Ermione) ed Enea Scala (Pirro) nella messa in scena di agosto

Anastasia Bartoli (Ermione) ed Enea Scala (Pirro) nella messa in scena di agosto

E’ come un cerchio della storia rossiniana che si chiude. Anche se ci sono voluti 226 anni. Ieri ‘Ermione’ ha vinto il premio Abbiati come miglior spettacolo del 2024, in sostanza l’Oscar della musica colta per la messa in scena della scorsa estate al Rof. Proprio Ermione, il più grande insuccesso di Rossini, l’opera incompresa, che debuttò a Napoli il 27 marzo del 1819 e all’epoca non fu più ripresa nei teatri italiani (nel 1829 fu rappresentata a Siviglia, anche lì senza successo). Si disse che il fiasco fosse dovuto al finale tragico, ipotesi non solo plausibile ma persino prevista dallo stesso Rossini che scriveva così alla madre poco prima dell’esordio: "Sto abbastantemente avanzato colla mia Ermione. Temo che il soggetto sia troppo tragico, ma poco me ne importa ormai posso dire che è fatto il becco all’Oca". Si disse, e si dice tuttora, che la musica fosse troppo rivoluzionaria, troppo "avanti": ecco, 226 anni dopo quell’"avanti" è diventato l’attualità di un trionfo. D’altronde il Rof (che l’aveva già proposta nel 1987 e nel 2008) ci aveva puntato molto per l’edizione extralarge del 2024, in occasione di Pesaro capitale italiana della cultura. Basti ricordare il cast diretto da Michele Mariotti, in cui spiccavano Juan Diego Flórez (Oreste), Anastasia Bartoli (Ermione), Viktoria Yarovaya (Andromaca), Enea Scala (Pirro), via via fino ad Antonio Mandrillo (Pilade), Michael Mofidian (Fenicio), Martiniana Antonie (Cleone), Paola Leguizamón (Cefisa) e Tianxuefei Sun (Attalo). A firmare la regia è stato Johannes Earth, con le scene di Heike Scheele, i costumi di Jorge Jara, i video di Bibi Abel e le luci di Fabio Antoci.

Un successo di pubblico nelle quattro serate alla Vitrifrigo Arena, celebrate ampiamente anche dalla critica. E adesso, appunto, arriva anche il suggello del Premio “Franco Abbiati”, giunto alla 44esima edizione, che è stato assegnato ieri a Milano nella sede degli Amici del Loggione. La commissione del Premio, presieduta da Angelo Foletto era composta dal direttivo dell’Associazione Nazionale dei Critici Musicali (Andrea Estero (presidente), Alessandro Cammarano, Carlo Fiore, Gianluigi Mattietti, Carla Moreni e Roberta Pedrotti) e da sette critici eletti dagli iscritti fra i soci dell’Ancm (Attilio Cantore, Luca Della Libera, Susanna Franchi, Cesare Galla, Giancarlo Landini, Gregorio Moppi, Alessandro Rigolli). Tutti insieme hanno decretato i vincitori, scegliendo tra produzioni, concerti e iniziative svoltesi nei teatri e nelle sale da concerto italiane nell’arco del 2024. Vince il Rof, vince Rossini: quell’insuccesso era un capolavoloro. Serviva solo tempo per capirlo. E per celebrarlo come meritava.