Espropri miseri per la terza corsia: la Cassazione ribalta le valutazioni

L’avvocato Corrado Brancati ottiene la decuplicazione dei prezzi a favore di due ex proprietari. Ora sarà la Corte d’appello di Ancona a stabilire in base alle direttive della sentenza il costo dei terreni.

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Gli espropriati da Società Autostrade per realizzare la terza corsia autostradale hanno dovuto attendere dodici anni per vedersi riconosciuti i propri diritti. Sono dovuti arrivare alla Corte di Cassazione. Ma ne è valsa la pena. Una recentissima sentenza della Corte, infatti, mette virtualmente nelle loro tasche somme ragguardevoli. La vicenda ha origine nel 2008, quando Società Autostrade espropria dei terreni per costruire la terza corsia dell’A14. "I terreni interessati erano edificabili, secondo quanto indicato dal Prg – ricorda l’avvocato Corrado Brancati, presidente dell’Unione nazionale tutela espropriati –. Essendo tuttavia confinanti con l’autostrada rientravano ovviamente all’interno della fascia di rispetto stradale. Fascia in cui non è permesso costruire. In ragione di ciò, Società Autostrade aveva proposto un pagamento ad un valore meramente agricolo, senza tenere conto che, sebbene nella fascia di rispetto stradale non si possa costruire, la capacità edificatoria può comunque essere spostata". Così, i proprietari di due terreni hanno deciso di fare ricorso alla Corte di appello di Ancona, e si sono affidati all’Unione nazionale tutela espropriati. "La Corte di Ancona aveva riconosciuto solo parzialmente le nostre ragioni e per tale motivo abbiamo fatto ricorso in Corte di Cassazione", spiega l’avvocato Brancati.

Sono passati dodici anni dall’inizio della vicenda, ma "ora la Suprema Corte ha finalmente riconosciuto il giusto diritto dei proprietari di quei terreni ad essere risarciti per la perdita economica subita ed i beni espropriati potranno essere pagati secondo il loro reale valore di mercato". E la differenza tra quanto Autostrade si offrì di pagare all’epoca e quanto è tenuta a versare ora è enorme. "Autostrade aveva offerto 3.800 euro per un terreno e 52mila euro per l’altro – riferisce l’avvocato –. Ora, pur se l’esatta determinazione dovrà essere effettuata dalla Corte di appello di Ancona, indicativamente si parla di 150mila euro per il primo terreno e 450-500mila euro per il secondo".

Per Brancati si tratta di un grande risultato, "non solo per i proprietari, ma anche perché questa sentenza della Corte di Cassazione potrà fungere da precedente nei tanti contenziosi che l’associazione segue per i proprietari espropriati in tutta Italia". E il pensiero dell’avvocato va anche ai contenziosi in procinto di partire nel pesarese per gli espropri legati alle opere compensative alla terza corsia autostradale: "In molti casi, proprietari e Autostrade hanno trovato l’accordo. Ma c’è anche chi ha deciso di fare ricorso, stiamo avviando le pratiche – riferisce Brancati – In questo caso, però, la situazione è diversa: Autostrade pretende di pagare come agricoli terreni edificabili perché il Comune ha promesso di trasformare quei terreni in agricoli, ma non lo può fare perché sarebbe illegittimo".

Patrizia Bartolucci