Ex Amga, il parco sta diventando una realtà

Piantumati quasi 300 alberi, realizzato il laghetto e messe a dimora serie di specie vegetali: "Ma l’area non sarà percorribile per almeno 5 anni"

Migration

All’ex Amga di via Morosini ci sono piante, laghetti, cespugli, camminamenti, muretti, impianto di illuminazione e di irrigazione. "La bonifica naturale del sottosuolo sta prendendo il via – dice l’assessore Heide Morotti – abbiamo messo a dimora circa il 90 per cento delle specie vegetali previste, mancano solo le piante lacustri e le ninfee nel laghetto. L’acqua è quella di falda, dunque inquinata, che viene pompata e trattata seguendo un percorso di autodepurazione. Quindi non c’è alcun consumo di acqua corrente".

Sono stati piantumati 147 alberi di prima grandezza, 90 alberi di seconda grandezza, 83 arbusti e 375 erbacee perenni, che saranno distribuite fra 21 diverse specie di latifoglie. E c’è già il lago a forma di foglia di quercia. Fino ad ora, la bonifica con rimozione della terra del sottosuolo dell’ex Amga è costata 3 milioni e mezzo di soldi pubblici oltre a circa 700mila euro spesi dalle ditte private proprietarie dell’area che, val la pena di ricordarlo, hanno chiesto 35 milioni di euro di risarcimento danni per la mancata edificazione dovuta all’inquinamento del sottosuolo, un terreno che era stato venduto dal Comune.

Ma intanto guardiamo la bonifica naturale in corso, visto che quella basata sulla rimozione della terra inquinata è fallita. "Questo progetto dell’Università della Tuscia, che costa circa 500mila euro – dice l’assessore Morotti – ci porterà fuori dall’emergenza inquinamento. Ci siamo dati 5 anni di tempo per ottenere risultati, e siamo certi che raggiungeremo i nostri obiettivi. Dobbiamo incidere sull’acqua di falda, ancora inquinata di idrocarburi, che stiamo pompando fuori".

"Avvieremo – continua la Morotti – un sistema di irrigazione profondo, che attiverà i processi degradativi dei contaminanti organici anche nel terreno saturo di questi elementi. Con effetto migliorativo per la qualità della falda e del terreno. In aggiunta, sarà realizzato un sistema pilota di fitodepurazione delle acque di falda, per affiancare e rendere più sostenibile l’attuale sistema di messa in sicurezza. Troveranno collocazione piante acquatiche depurative e di alta qualità estetica come le ninfee, utili a creare un habitat idoneo all’inserimento di pesci specializzati nel controllo delle zanzare".

Aggiunge l’assessore Morotti:

"Alla fine avremo una zona verde bellissima a vedersi ma nello

stesso tempo utilissima per il benessere delle persone perché

quelle piante lavoreranno per

sciogliere gli inquinanti ancora

presenti nel sottosuolo".

Ma non sarà propriamente un parco né potrà essere percorribile: "No, l’area verde rimarrà interdetta al pubblico per almeno 5 anni. Poi vedremo. E’ importante che si riesca a sciogliere gli inquinanti. Esempi di successo ce ne sono stati a Udine e in molti Paesi europei. E ci sarà a Pesaro".

ro.da.