Pesaro, ex calciatore spaccia cocaina. Arrestato

Quantità modica di polvere, ma scattano le manette

Quasi 2 grammi in tutto il quantitativo sequestrato all’ex calciatore

Quasi 2 grammi in tutto il quantitativo sequestrato all’ex calciatore

Pesaro, 9 agosto 2019 - È stato una promessa del calcio, uno degli attaccanti più forti sui campi della provincia, passato per diverse squadre dalla Prima Categoria all’Eccellenza, fino ad arrivare a figurare nella rosa del Fossombrone. Ma alla passione per il pallone si è affiancata presto quella per la cocaina. Per quella sottile riga bianca che lo ha portato dritto nei guai. La prima volta nel 2010. Con tanto di manette, processo e condanna a 8 mesi. E la seconda, a distanza di 9 anni, martedì scorso, quando i carabinieri di Pesaro sono tornati a bussare alla sua porta.

Nuovo arresto per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, per M.S., classe ’82, nato a Fano, ma residente a Pesaro, ex calciatore e ora operaio in una fabbrica del posto. I militari hanno notato un viavai sospetto nella casa del 36enne nel corso di attività di controllo del territorio. Hanno visto un paio di tossicodipendenti entrare e uscire dall’abitazione. Li hanno fermati e controllati. Uno dei due ha ammesso di aver comprato la dose da M.S., circa mezzo grammo di cocaina. L’altro invece sarebbe stato il fornitore del pusher, da cui l’ex giocatore aveva appena fatto un po’ di scorta di polvere bianca. I carabinieri si sono presentati così dal 36enne e, dopo avergli trovato altra cocaina sia addosso che in casa (quasi 2 grammi in tutto il quantitativo sequestrato), gli hanno fatto scattare le manette ai polsi con l’accusa di spaccio.

All' udienza di convalida di ieri mattina, l’ex calciatore (che è stato difeso dall’avvocato Cinzia Fenici) ha detto al giudice Paolo De Luca di essere tossicodipendente e di aver ceduto un po’ di droga a un amico. Dopo aver convalidato l’arresto, il giudice ha rimesso in libertà il 36enne disponendo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre volte a settimana. Il pm Marino Cerioni aveva chiesto invece la misura degli arresti domiciliari. De Luca ha deciso però per un provvedimento più morbido. Il processo non si è concluso. Per ora niente richieste di riti alternativi, patteggiamento o abbreviato. L’avvocato Fenici ha infatti chiesto un termine a difesa per esaminare bene carte e accuse in mano alla procura. Prossima udienza, a settembre.