Ex Lanciarini, braccio di ferro con la Regione

Il privato, gruppo Romani, ha la convenzione fino a dicembre e vuole la proroga. I sindacati parlano di "tutele per i lavoratori"

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Avevano ricevuto una lettera nella quale in buona sostanza si prospettava la possibilità di un licenziamento. Ma l’altro ieri i lavoratori di Villa Montefeltro, la casa di cura privata e convenzionata all’ex Lanciarini di Sassocorvaro, sono stati parzialmente rassicurati. Dopo un incontro tra proprietà, Asur e rappresentanti sindacali (Alessandro Contadini per la Cisl e Massimo Ragni per la Cgil) si è confermato che la convenzione con la Regione proseguirà fino al 31 dicembre. E che l’esaurimento dle budget riguarda solo le prestazioni per utenti extraregionali. Cosa succederà dopo il 31 dicembre? "La partita riguarda anche l’eliminazione dell’Asur e il passaggio alle nuove Ast, Aziende sanitarie territoriali – dicono i sindacati –. Ad ogni modo, finché non ci sarà una nuova gara e un nuovo affidamento l’attuale privato continuerà in regime di prorogatio". Anche perché, si fa notare, il privato – che fa capo al gruppo Romani – pur essendo in affitto nella struttura di Sassocorvaro ha fatto degli interventi edilizi e di ammodernamento di una certa consistenza.

L’ospedale di Sassocorvaro, dopo l’esperienza nel 2014 della società pubblicoprivata Montefeltro Salute, nel 2016 è stato riconvertito in ospedale di comunità e dal 2017 è gestito dal privato di Villa Montefeltro, in base a un accordo triennale poi rinnovato. Negli anni, sempre accompagnati da polemiche e battaglie politiche e cittadine, le prestazioni e i servizi erogati sono spesso stati al centro di un braccio di ferro con i vertici della sanità regionale. Da ultimo, la partita dell’Ortopedia e del cosiddetto Pat, Punto di assistenza territoriale (quello che una volta si chiamava Ppi, punto di primo intervento). In estrema sintesi il pubblico ha interesse affinché il privato si accolli l’assistenza di base. D’altro canto, il privato, sarebbe più interessato ad aumentare i posti di Ortopedia, più remunerativi e per i quali per altro c’è una mobilità passiva importante nel territorio. Una dialettica che è destinata a protrarsi almeno fino a quando non saranno definiti i nuovi assetti organizzativi regionali.

ben.i.