Export col segno meno. La meccanica frena. E il mobile perde 6 milioni

L’analisi della Cna provinciale. Rispetto alle altre province marchigiane la nostra è quella andata peggio. "Pesa anche il calo dell’agroalimentare".

Export col segno meno. La meccanica frena. E il mobile perde 6 milioni
Export col segno meno. La meccanica frena. E il mobile perde 6 milioni

La provincia marchigiana che chiude peggio il primo semestre dell’anno sotto il profilo delle esportazioni? Quella di Pesaro e Urbino. Questo è quello che certifica, analizzando i dati, la Cna provinciale. Il pesarese fa segnare un meno 3,7 per cento contro un più 0,2 del resto della Regione. Tra luci e molte ombre tira invece molto bene la nautica anche se i numeri non sono quelli di Ancona dove varano soprattutto grandi yacht e quindi i fatturati sono ben maggiori.

Ma dov’è che Pesaro non è andata bene? Secondo Giovanni Dini dell’ufficio Statistiche della Cna "ha pesato fortemente sul dato provinciale il calo delle componenti meccaniche che prendono la strada della Germania e la Francia". Il cosiddetto terzismo di alto livello, componenti per i macchinari ed anche per tutto il settore dell’automotive che ha subito un rallentamento nei due Paesi dove si esporta maggiormente. Rispetto al primo semestre dello scorso anno la perdita – a risentirne soprattutto i prodotti in alluminio – che sono calati in totale del 21,6 per cento.

Tra le voci che vengono date in calo anche quella riguardante l’export del mobile "dove stranamente il comporto pesarese è andato peggio rispetto all’area del maceratese", continua Dini. Facendo un paragone con il primo semestre del 2022, il mobile ha perso 6,7 milioni di esportazioni. Un quadro non bello tenendo conto che "nessuno sa cosa ci metterà davanti il secondo semestre". "Il calo dell’export pesarese – commenta il direttore della Cna Claudio Tarsi – è dovuto soprattutto, in termini assoluti, al calo dell’export manifatturiero che tradotto in soldono significa meno 57 milioni, seguito dal calo dei prodotti dell’agroalimentare che hanno perso oltre 10 milioni di euro rispetto al primo semestre dello scorso anno".

Questi dati vengono in parte compensati dalle buone performance del sistema moda della provincia – jeans valley ma non solo –, che ha fatto segnare un più 16,2 milioni di euro nell’export; bene anche il sistema gomma e plastica ( il colosso Centraltubi?) che ha esporto 8,7 milioni in più rispetto allo scorso anno. Nel corso del primo semestre ha anche tenuto bene tutto il settore riguardante i macchinari (Biesse ecc. ecc.).

"La lettura di questi dati – continua Tarsi – non è sicuramente positiva e va detto che difficilmente nel semestre in corso si recupererà il terreno perduto anche a fronte dei dati relativi all’economia, con stime al ribasso del Pil, con l’aumento dei tassi di interesse, con lo stop ai bonus edilizi, l’aumento dei prodotti petroliferi e quello inarrestabile delle materia prime e una ancora troppo timida diminuzione dell’inflazione. Il quadro dunque non è dei più confortanti anche per i mesi a venire". Uno dei problemi sul tappeto è quello dei prossimi mesi anche perché la caduta della domanda va a ripercuotersi prima di tutto nel settore dell’artigianato che opera soprattutto per la grandi aziende.

m.g.