Fabio Ridolfi, sì del Comitato etico per l’aiuto al suicidio. "Ma diteci come e quando"

Il documento, pronto dall’8 aprile, spunta solo adesso: "Ritardo inaccettabile", accusa l’avvocato: "Ora spiegate le modalità"

Fermignano (Pesaro Urbino), 20 maggio 2022 - Il ’grido ’ silenzioso di Fabio Ridolfi (video) – "Gentile Stato italiano, aiutami a morire, scandito solo con le palpebre" – ha fatto molto rumore. Perchè se mercoledì scorso il 46enne di Fermignano immobilizzato a letto da 18 anni tra atroci sofferenze, a seguito della rottura di un’arteria cerebrale nel 2004 – fa il suo agghiacciante appello all’Italia, ieri l’Asur Marche comunica a Fabio e alla famiglia che il primo importante disco verde burocratico per arrivare a quello che lui vuole, cioè il suicidio assistito, c’è: è il parere del Comitato etico dell’Asur Marche, che doveva pronunciarsi, e lo ha fatto, dicendo che sì, la situazione di Fabio rientra tra quelle che danno diritto al suicidio assistito.

Fabio Ridolfi nel suo letto in casa a Fermignano (foto Toni)
Fabio Ridolfi nel suo letto in casa a Fermignano (foto Toni)

Ma questo primo disco verde si tinge subito del colore della polemica. "Peccato che quel parere fosse pronto dall’8 aprile, ma l’Asur Marche si era dimenticata di comunicarlo al diretto interessato", ha scritto infatti ieri l’associazione ’Luca Coscioni’, che assiste legalmente Fabio e la sua famiglia in tutti i passaggi della drammatica vicenda.

"L’appello di Fabio ha colto nel segno. Ma è assurdo e inaccettabile – accusa Filomena Gallo, avvocato e segretario dell’associazione Coscioni – che lo Stato italiano, e nello specifico la Regione Marche, abbia tenuto nel cassetto per 40 giorni un documento di tale rilevanza ed urgenza. Purtroppo, il parere ’positivo’ del Comitato etico, che conferma in modo molto chiaro il diritto di Fabio a essere aiutato per porre fine alle sue sofferenze, è però incompleto perché nulla dice sulle modalità di attuazione e sul farmaco da usare. È doveroso che il Sistema sanitario delle Marche definisca le modalità del caso con la massima urgenza, senza che sia necessario nuovamente da parte di Fabio procedere per vie legali". Ieri il ’Carlino’ ha provato a contattare la direttrice generale Asur sulla questione, senza ottenere risposta.

La vicenda di Fabio somiglia anche se solo in parte a quella di Mario, l’altro marchigiano 44enne che sta lottando per ottenere il suicidio assistito. E che ha già ottenuto anche il tipo di farmaco che sarà usato per lo scopo, il tiopentone. Ma Fabio ancora non sa il "come" e il "quando" potrà autosomministrarsi il medicinale per poter metter finire alle sue sofferenze, visto "che deve farlo lui – aggiunge l’avvocato Gallo –. Ma lui può usare solo gli occhi e ha sicuramente un fisico diverso da quello di Mario. Per questo le modalità saranno diverse e per questo è necessario che il sistema sanitario delle Marche le stabilisca con esattezza, con la massima urgenza. Fabio è una persona che sta soffrendo molto. Lui stesso e i suoi famigliari, alla notizia che il Comitato etico ha dato il parere positivo per il suicidio assistito, hanno detto: ’Va bene, ma quando possiamo farlo?’".