Gigolò Pesaro, faceva innamorare donne separate e vedove. Poi le truffava

Cinque donne tra i 55 e i 75 anni hanno versato 100mila euro ad un uomo di 48 anni di Fano, ora irreperibile. Il racconto di una vittima di 62 anni: "Mi sono invaghita di lui e ho preso in prestito a mio nome 35mila euro pur di darglieli"

Richard Gere, Gigolò al cinema

Richard Gere, Gigolò al cinema

Pesaro, 21 settembre - Puntava su vedove e separate. Le affascinava rapidamente, e sempre di corsa svuotava i loro conti correnti. In meno di un anno, si è fatto consegnare con amore 100mila euro. A pagare sono state cinque donne, nessuna delle quali sapeva dell’altra, attratte dall’idea di fidarsi di un uomo che finalmente pensava a loro. Età: tra i 55 e i 75 anni, e tutte in debito di sogni oppure come scrive il magistrato nel capo d’imputazione a carico del truffatore "...in condizioni di minorata difesa per età e carenza affettiva-relazionale".

A gettare queste donne nel pozzo delle delusioni è stato Gianluca P. 49 anni, milanese, domiciliato a Fano, nullacente e ora irreperibile. Conosceva le sue ’benefattrici’ a caso: al semaforo, in treno, sotto casa, online, ed erano tutte di Fano e di Pesaro. Il 49enne, che si presentava come giardiniere, oppure idraulico, o anche muratore, ha colpito tra il 2018 e il 2019, facendosi consegnare con slancio 99.837 euro attraverso spontanei versamenti in contanti o con ricariche di carte prepagate. Che avevano sempre una caratteristica: il beneficiario era il padre del 48enne.

Per non allarmarle, ad ogni versamento di soldi per giocare in borsa lui garantiva un ottimo interesse quasi immediato che aveva però breve durata. Poi chiudeva i rubinetti ma continuava a farle sentire importanti con inviti a cena, dopocena, la gita, la camminata in riva al mare o lo sguardo verso il cielo stellato. Questo ha rallentato di molto le denunce, fino a quando Daniela C. 64 anni, presenta nel settembre 2019 la querela per truffa. Ieri, chiamata a raccontare al processo contro il 48enne accusato di truffa aggravata, che cosa le è successo, ha detto: "Ho conosciuto Gianluca in treno nel 2018, dopo la mia separazione avvenuta pochi mesi prima.

Tra di noi c’è stata, più che una relazione una assidua frequentazione, e lui dopo un po’ mi ha convinto ad investire i miei risparmi in titoli tramite suo cugino Enrico. Io ho iniziato a versare tra ottobre e dicembre 2018 una cifra complessiva di 35mila euro, caricando una prepagata che credevo essere quella del cugino Enrico. Erano tutti i miei risparmi e in quel momento non lavoravo se non part time. Ho ricevuto 4.200 euro di interessi, poi più nulla ma Gianluca non si è mai negato al telefono. Mi prometteva di restituire tutto a maggio, e poi ad agosto ma non era vero niente". Un’altra donna, Elisabetta N. 62 anni, vedova: "L’ho conosciuto a ballare, poi l’ho rivisto ed è nata una relazione. Mi aveva detto di aver perso il lavoro. Io avendo solo la pensione di reversibilità di mio marito per 1000 euro, ho preso dei prestiti a mio nome per 35mila euro e glielo dati tutti. Mi ha pagato 5 rate da 750 euro e poi ha smesso. Ho preso un mutuo che ancora pago per chiudere tutto. E allora non l’ho voluto più vedere". Una sola donna chiede i danni, quella che ci ha rimesso meno, 4000 euro. Il pm ha chiesto 2 anni di reclusione e 1000 euro di multa per il "gigolò della prepagata". Sentenza fissata per novembre.