Falsi Green pass venduti, un’indagata a Pesaro: "Ho avuto paura"

Una donna, impegnata in politica e nel sociale con la Regione, ammette tutto: "Il certificato verde mi serviva per il mio ruolo"

Un controllo di green pass

Un controllo di green pass

Pesaro, 9 aprile 2022 - "Sono stata una stupida ma per meglio descrivermi servirebbe un’altra parola". A dirlo al telefono è V.S. poco più che sessantenne, dell’entroterra urbinate. E’ una delle 26 persone indagate per aver comprato i falsi green pass venduti dal dottor Roberto Bonato con studio a Cattolica (ora ai domiciliari). Costavano 250 euro cadauno, 100 se l’acquirente era un amico oppure un complice. Per acquistarlo, servivano i soldi pronta cassa e la tessera sanitaria.

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Ed è quello che ha fatto V.S. impegnata in politica e anche nel sociale per conto della Regione, dice: "Avevo paura di vaccinarmi e ho accettato una proposta che mi ha fatto una mia conoscente. Mi ha detto che pagando 250 euro avrei ottenuto il green pass. E sopraffatta dalla paura del vaccino, e dall’esigenza di continuare a fare la mia attività sociale, ho dato i soldi per comprarmi il green pass, che mi serviva per tante cose, comprese il lavoro. Ma appena me l’hanno dato, era l’11 gennaio scorso, subito dopo ho preso il covid davvero, era il 18 gennaio, e ho ottenuto il green pass vero per la guarigione. Non so nemmeno più dove sia quello che ho comprato, forse l’hanno annullato d’autorità, ma non lo so proprio. Io ho quello vero. Ma capisco che rimane il gesto. Volevo fare il vaccino Novavax ma poi ho accettato l’offerta che mi ha fatto questa persona che abita qui vicino a me e ho comprato il green pass. Io non conosco nemmeno questo medico, mai visto. Affronterò le conseguenze di questa mia debolezza provocata dalla paura della vaccinazione. In quei momenti, non ci sono medici che tranquillizzano, una persona è sola. E io ho sbagliato. Rimetterò i miei incarichi pubblici e dovrò trovarmi in fretta un avvocato. Grazie di avermi chiamato".

L’inchiesta della procura di Rimini su decine di green pass falsi emessi dal dottor Bonato, che di professione è dentista, fa capire come i no vax si affidassero con grande slancio alla cartiera del dottor Bonato, arrivando anche da Faenza, Bologna o dall’entroterra urbinate oppure da Fano o Pesaro, dove vive una segretaria del dottor Bonato che in un’occasione si è offerta (lo rivelano le intercettazioni) di prendere i 250 euro da alcuni suoi amici che intendevano comprarsi il green pass.

Scrive il gip Bianchi di Rimini nell’ordinanza di custodia: "Le indagini hanno evidenziato una vera e propria rete fatta di amicizie o semplici conoscenze tra operatori del settore sanitario no vax che fanno centinaia di chilometri per evitare le somministrazioni di vaccino garantendosi un certificato vaccinale ed evitare così la sospensione dai relativi albi professionali". I

Nas di Bologna stanno acquisendo tutti i nominativi di tutti i sanitari che si sono ufficialmente vaccinati col dottor Bonato, percorrendo anche centinaia di chilometri dalle loro residenze. Non sono per ora indagati perché non ci sono prove che non abbiano avuto il davvero il vaccino ma il sospetto c’è e verranno ascoltati. Non è un caso che il gip abbia ordinato il sequestro di tutti i green pass emessi dal primo giorno dal dottor Bonato, visto che ancora non si sa con esattezza quante false vaccinazioni abbia fatto. Il medico è l’nico arrestato, mentre altri tre procacciatori di "clienti" hanno l’obbligo di firmare in caserma tutti i giorni tra 7 sanitari, tra medici, farmacisti e fisioterapisti, hanno ricevuto la notifica della sospensione dall’attività per non rischiare che possano infettare i pazienti non essendo vaccinati.

E dire che Roberto Bonato era particolarmente attendo a parlare basso con i suoi pazienti, a controllare ossessivamente la stanza alla ricerca di telecamere (che non ha trovato). I "coinvolti" potrebbero essere molti di più di 27. Dopodomani sono previsti gli interrogatori.