"I lavori della Guinza non possono fermarsi. Non ce lo possiamo permettere". Lo ha detto ieri l’assessore alle infrastrutture della regione Marche Francesco Baldelli alla riunione tecnica molto partecipata con tutti i sindaci interessati al tracciato della Fano-Grosseto. C’era da superare la contrarietà del sindaco di Mercatello sul Metauro a cui non piace affatto l’allargamento di 10 metri di una stradina, Ca Lillina, che condurrà il traffico di circa 1000 auto al giorno (il limite da non superare è di 2500) alla bretella che si congiunge alla Guinza. "Abbiamo parlato e assicurato di andare incontro alle varie esigenze – ha spiegato l’assessore Baldelli – ma abbiamo un bando di gara in corso da 120 milioni di euro per affidare i lavori che non possiamo cambiare".
La riunione è stata convocata in Regione per discutere dello stato dell’arte dell’incompiuta che attende di riprendere la marcia dal 1982, cioè da quando si è fermata a Santo Stefano di Gaifa e dal 2002 quando si sono fermati i lavori alla bretella di raccordo al traforo della Guinza, realizzato nel 1990. Oltre 30 anni fa non si è tenuto in considerazione un principio sacro delle opere pubbliche, ossia che ogni realizzazione deve essere funzionale (cioè apribile subito) ma al contrario si era deciso di bucare l’Appennino alla Guinza sapendo che sarebbe rimasta un’incompiuta per lungo tempo collegando un bosco ad un bosco. Si credeva semplicemente che potesse far accelerare l’arrivo dei fondi per tutti gli oltre 30 chilometri mancanti. Invece avvenne il contrario, con l’abbandono dei lavori e la scelta a metà degli anni 2000 della giunta regionale Spacca, con l’applauso o l’indifferenza dei consiglieri regionali della provincia, di puntare tutto sulla Quadrilatero dirottando i fondi su quella strada. Dopo aver attraversato anche il progetto di declassamento da 4 a 2 corsie per mancanza di soldi voluto nel 2017 dal ministro dei trasporti Del Rio, ora la regione Marche ha ripreso da sotto la polvere degli anni il progetto originario della strada a 4 corsie voluto dalla provincia e firmato dall’ingegner Alberto Paccapelo che coordinava il lavoro di un team di progettisti, progetto completo che ebbe il via libera da tutti i ministeri esattamente 10 anni fa. Ma al tempo non si fece nulla ma nel dicembre 2022, la svolta: il Cipe ha trovato e finanziato la messa in funzione della galleria esistente della Guinza mettendoci in totale 130 milioni fino ad arrivare a 150 milioni per la progettazione definitiva di tutti i lotti mancanti sulla falsariga del progetto Paccapelo. Dice Baldelli: "Abbiamo cercato di trovare soluzioni insieme al commissario straordinario alla E78 Massimo Simonini in pieno dialogo con gli enti locali – ha detto Baldelli – ma ad un certo punto l’opera deve procedere. Finalmente stiamo rimettendo in carreggiata un’incompiuta tra le più longeve d’Italia. Capisco il sindaco Sacchi ma abbiamo accolto le indicazioni che sono arrivate da quel Comune per allargare la strada. Ci sarà l’abbattimento di circa 70 alberi, tra cui 40 querce ma ne ripianteremo 156"
Il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha detto ai sindaci che questa è "l’occasione che si aspettava da sempre per ultimare la Fano-Grosseto nel tratto marchigiano, per cui non vanno interrotte per nessuna ragione le procedure in atto, a partire dal bando di gara di 120 milioni per rendere percorribile la Guinza. Il traffico sarà contingentato, i mezzi pesanti non potranno transitare e il passaggio in quella stradina sarà solo temporaneo perché Anas sta progettando la ’tangenziale’ di Mercatello sul Metauro che a quel punto sarà la prima ad esser finanziata".
ro.da.