Federico tra misteri e nuove scoperte

Bilancio molto positivo per il Convegno organizzato per i 600 anni dal professor. Tommaso di Carpegna Falconieri

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Il duca Federico non smette di celare segreti, anche dopo seicento anni dalla nascita: enigmi che, seppur analizzati sotto ogni aspetto della sua sfaccettata vita, permangono tuttora irrisolti in molti casi. È questo il risultato dell’importante convegno di studi tenutosi la scorsa settimana sotto l’egida di Università Carlo Bo e Galleria Nazionale delle Marche, curato da Grazia Maria Fachechi, Antonello Corsaro, Luigi Gallo e Tommaso di Carpegna Falconieri.

Professor Falconieri, siete soddisfatti?

"Moltissimo. Specialmente per numero e qualità del pubblico e autorevolezza degli interventi. Siamo stati felici di avere tra i presenti anche rettore, i prefetti di Pesaro e Urbino e Ancona, il presidente della provincia, consiglieri regionali e autorità militari. Franco Cardini (nella foto con Luigi Gallo, ndr)ha magistralmente introdotto le tre giornate".

È un convegno che rimarrà negli annali?

"Spero di sì, per le tante indagini e ricerche, molte delle quali inedite".

Ci fa alcuni esempi?

"È stato presentato il progetto di digitalizzazione della biblioteca vaticana da Claudia Montuschi, responsabile dei fondi manoscritti, e da Silvia Maddalo che sta censendo tutti i codici miniati, di cui quelli urbinati sono tra i più belli. Sul sito della Vaticana già si trovano molte risorse, ma è un progetto colossale".

Altri “scoop“?

"Elisa Tosi Brandi ha portato alla luce la vicenda di 11 arazzi fiamminghi preziosissimi sulla guerra di Troia che probabilmente commissionò Battista Sforza assieme al marito e andarono in dote alla figlia Elisabetta che sposò un Malatesta. Dopo alcuni anni a Rimini, quando rimase vedova, gli arazzi furono riportati a Urbino con astuzia da Elisabetta che fece in modo che non venissero stimati, altrimenti la famiglia del marito non li avrebbe lasciati partire. Nel Seicento erano ancora a Urbino, ma ridotti male. Purtroppo oggi non se ne ha più notizia".

E sulla questione della paternità di Federico?

"Daniele Sacco e Antonio Fornaciari hanno spiegato che sono in corso comparazioni del DNA tra alcuni membri dei Montefeltro per capire se il duca fosse figlio di Guidantonio o nipote, figlio cioè di Bernardino Ubaldini e di Aura Montefeltro. Sono analisi lunghe che dureranno mesi, ma al termine dovremmo avere una risposta".

Ma i misteri non finiscono qui…

"Esatto, infatti nello studiolo di Gubbio (oggi a New York) c’è intarsiata una lettera cifrata che Ivan Parisi sta provando a decifrare. È un codice sconosciuto, legato forse alle tavole eugubine di epoca romana, ma tutto da interpretare. Chissà cosa ci riserverà!".

Insomma, il duca fa ancora parlare di sé.

"E noi ne siamo lieti".

Giovanni Volponi