Fedez in tribunale Biglietti bassi, cachet alto "Alla Lanterna lo scenario peggiore"

Ancona, l’artista arriva "blindato" e testimonia al processo bis: "Era immaginabile che il locale sarebbe stato sovraffollato, visti i costi dei ticket" e la cifra destinata a Sfera Ebbasta.

Fedez in tribunale  Biglietti bassi, cachet alto  "Alla Lanterna   lo scenario peggiore"

Fedez in tribunale Biglietti bassi, cachet alto "Alla Lanterna lo scenario peggiore"

di Marina Verdenelli

"Chi sta gestendo la data dell’evento è consapevole che il locale dovrà essere strapieno perché se ho una capienza di 500 persone e vendo un biglietto a 20 o 30 euro e devo anche pagare una certa somma l’artista, va da sé che lo devo riempire di più. Non dico che poteva prevedere anche la tragedia ma problemi di qualche tipo sì, almeno uno svenimento ci sarebbe stato".

E’ arrivato a testimoniare al tribunale di Ancona, ieri, Fedez, nome d’arte di Federico Leonardo Lucia, per il processo bis della strage di Corinaldo, quello relativo alla sicurezza del locale e ai permessi rilasciati per il pubblico spettacolo. La Procura dorica lo ha chiamato a riferire come funziona l’organizzazione per un artista chiamato ad esibirsi in un locale pubblico pieno di ragazzini e come funzionava per la Lanterna Azzurra di Corinaldo dove lui c’era stato ben due volte prima della tragedia (nel 2015 e nel 2017) che si è consumata la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018, quando morirono 5 minorenni e una mamma di 39 anni. Fedez infatti, dopo gli avvenimenti tragici, aveva rilasciato una intervista tv (messa agli atti) "facendo delle considerazioni di carattere generale – ha osservato in aula il pm Paolo Gubinelli – per me interessanti perché vengono da una persona del settore". Il pm lo ha invitato a riferire proprio sul discorso affollamento insistendo sull’evento previsto quella sera a Corinaldo. "Chiunque fosse a conoscenza di quel tipo di contratto – ha detto Fedez – doveva immaginare che il locale avrebbe avuto un over capienza, sopra la legge perché il prezzo medio del biglietto sarebbe stato di 20 euro". L’organizzatore del dj set alla lanterna era stato Carlantonio Capone, socio anche della Magic Srl, la società che gestiva il locale. Su di lui Fedez ha detto in aula di non avere ricordi per quando si era esibito alla Lanterna. "Non ho un ricordo nitido delle mie serate lì – ha osservato Federico Leonardo Lucia – ma la Lanterna non rientra tra le esperienze di serate gestite male". Fedez ha spiegato poi come si muove la sua organizzazione in vista di un evento a cui lui deve partecipare.

"C’è sempre qualcuno che va prima a vedere il locale e controlla", ha detto. Sull’uso dello spray urticante ha precisato che nelle sue serate non è mai capitato perché "questa malsana usanza coinvolgeva artisti trap e io non rientro nella categoria". Fedez ieri è arrivato anche in anticipo a Palazzo di Giustizia, prima delle 10, a bordo di un van con i vetri oscurati, entrando dal retro, l’ingresso di solito riservato a chi è in misura cautelare, con un dispiegamento di forze dell’ordine mai visto prima in tribunale. In look total black ha atteso in un’aula accanto a quella collegiale, al quinto piano, lontano dalla stampa e dai fotografi, acconsentendo però di far entrare Paolo Curi, il marito di Eleonora Girolimini, la mamma morta alla Lanterna Azzurra, con le due figlie Dora di 11 anni e Gemma di 15 anni (quest’ultima era alla discoteca di Corinaldo con i genitori quella notte) e Francesco Vitali, il fratello di Benedetta, una dei cinque adolescenti morti nel locale. Al fratello di Benedetta ha stretto la mano con un incoraggiamento dicendogli "forza" e "mi dispiace per quello che è successo".