Ferrovia arretrata, anche il Rettore spinge: "Un investimento di quel livello non va perso"

Giorgio Calcagnini svela uno studio dell’Università di Urbino che prevede un balzo del Pil per l’ammodernamento della mobilità

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di Luigi Luminati

Una Regione colma di soldi può anche decidere che non li vuole spendere tutti. E la Regione Marche può anche permettersi di attendere e di rinviare. Il presidente Francesco Acquaroli non lo dice ma pratica questa distanza dalle necessità. Non lo dice ma è evidente che lascia da parte ogni occasione di fondi in più, anche consapevole che la struttura economica regionale potrebbe non essere in grado di usare le tante risorse.

Il rettore Giorgio Calcagnini guarda ad esempio ai tanto citati fondi del Pnrr: "Il 62% (circa 136 miliardi) delle risorse del Pnrr sono destinate agli investimenti. Proprio la componente economica che nel corso degli ultimi decenni – spiega il Rettore – è stata sacrificata per rientrare nei vari vincoli di bilancio dello Stato". Per spiegare ancor meglio il tema il rettore dell’Università di Urbino va a una citazione diretta: "Molte vicende, come ad esempio il crollo del ponte Morandi di Genova, hanno dimostrato come questa carenza di fondi abbia avuto conseguenze negative non solo sul piano economico".

"Gli investimenti – continua il rettore – sono importanti da diversi punti vista perché rappresentano una componente importante della domanda aggregata e contribuiscono ad aumentare la capacità competitiva del sistema produttivo. Ma sono anche – dice Giorgio Calcagnini – una misura della fiducia delle imprese e dello Stato verso il futuro, quello di cui abbiamo più bisogno in questo momento! Inoltre, una ripresa del capitale pubblico e privato può innescare una ripresa del rendimento di tutte le forme di investimenti e avviare di conseguenza un processo virtuoso".

Stime a livello aggregato dell’impatto del Pnrr hanno evidenziato che il Pil italiano nel periodo 2022-2026 potrebbe avere un aumento differenziale annuo di circa 2 punti percentuali. "Stime condotte dal Gruppo degli Economisti dell’Università di Urbino utilizzando le tavole intersettoriali evidenziando che un investimento di circa 1,5 miliardi di euro – ha ribadito il Rettore della Carlo Bo – nelle infrastrutture di trasporto nella nostra provincia potrebbero generare un aumento di Pil di oltre 3 miliardi e di circa 24.000 unità di lavoro-anno. Non sarebbe certo una cosa da poco, anche se non tutta nel territorio locale".

Giorgio Calcagnini ha voluto in questa maniera spiegare nell’incontro degli Stati Generali sulle infrastrutture cosa può comportare una cifra come quella ipotizzata sulla ferrovia: "Un impatto quindi molto importante anche perché questi investimenti – conclude il professor Giorgio Calcagnini – rappresenterebbero un volano per ulteriori investimenti e, di conseguenza, una spinta significativa per riprendere quel sentiero di sviluppo che ha caratterizzato la nostra provincia prima dello scoppio delle varie crisi". Vedere per credere.