Ferrovia adriatica, i tecnici: "Arretramento fondamentale"

Alberto Paccapelo, ex dirigente della Provincia, sul maxi progetto che divide le Marche: "L’isolamento delle Marche? Non è un rischio, è già una realtà"

Ferrovia Adriatica, il tracciato dell'arretramento

Ferrovia Adriatica, il tracciato dell'arretramento

Alberto Paccapelo, già funzionario in Provincia, da dirigente del servizio strade e viabilità nel 2012 fu tra i tecnici a progettare il Ptc, il piano territoriale di coordinamento, strumento di pianificazione fondamentale per l’intero territorio provinciale.

Che cosa pensa dell’arretramento della ferrovia, di cui si dibatte molto in questi giorni?

"Penso che si tratti di un’opera importante, anzi fondamentale"

Perché?

"Il Corridoio adriatico non è una cosetta da poco. Riguarda tutti i traffici con il medio oriente, con l’Africa, il sud dell’Europa, la Grecia e la Turchia, i paesi arabi"

E’ una centralità che ha intimorito la Regione.

"Eppure negli anni 8090 emerse che le Marche, come vera via di sviluppo, avrebbero dovuto sfruttare la propria posizione privilegiata. Il porto di Ancona come quello di Brindisi, Mestre, Trieste, sono privilegiati verso il medio oriente, via canale di Suez. Quindi la Regione aveva puntato sul Corridoio Adriatico, instaurando rapporti di partenariato con Grecia, Turchia…Quel progetto aveva come strategia il potenziamento dei trasporti su nave e il potenziamento dei porti per il trasporto dei container sulle ferrovie. Il progetto è rimasto nel cassetto e l’isolamento, di cui si parla, non è un rischio, è già nei fatti".

Il sindaco Ricci ha sottolineato, in effetti, la difficoltà di collegamento che l’entroterra ha con Roma e con l’alta velocità. E’ d’accordo?

"Assolutamente sì. Inoltre il potenziamento del traffico merci porterebbe uno sviluppo molto diverso rispetto al traffico passeggeri e al turismo. Ma sa quale è l’assurdità?".

Le merci non prendono la via più breve per arrivare in Italia.

"Esatto. Oggi, le navi che arrivano dai paesi asiatici, invece di approdare in Ancona, come potrebbero se si investisse sul porto dorico e sull’interporto di Jesi, vanno a Rotterdam, in Olanda e con i camion arrivano in Italia"

L’inquinamento invece che sulle rotaie passa per gomma.

"Appunto. E non è vero che non si possano conciliare le esigenze turistiche con lo sviluppo delle vie di comunicazione".

Cosa ha in mente?

"Penso alla pista ciclabile Trabocchi. In Abruzzo la ferrovia è stata spostata all’interno ed è stata liberata la costa. Credo si tratti del tragitto tra i più suggestivi d’Italia. E’ stato fatto in Abruzzo, perché non si può fare nelle Marche?".

I Comuni che protestano vogliono l’arretramento, ma che abbia una dimensione complessiva…

"Sono sempre progettualità di carattere nazionale, mai localistica. E sono sempre affrontate per stralci perché venti miliardi per fare tutto, per tutti, nello stesso momento lo Stato non li ha".

Quanto tempo ci vorrà dovesse il Ministero procedere?

"Se non ci sono intoppi tipo Comitati, ricorsi ecc…direi un anno per il progetto e un anno per le autorizzazioni. Poi sempre senza intoppi burocratici, 5 o 6 anni per i lavori. Insomma in una decina d’anni si potrebbe vedere".

Come conciliare le velocità diverse che hanno il traffico passeggeri, il traffico merci quando entrerà a regime e il trasporto locale?

"Le stazioni logistiche sono importanti e sul vecchio binario si potrebbe dirottare il trasporto passeggeri locale. Però le dimensioni sono da tenere a mente: è impensabile fare progettualità senza il sostegno statale. Faccio un esempio. In Emilia Romagna, per il trasporto locale sovraccarico in estate per il turismo, tra Rimini e Riccione hanno fatto una nuova ferrovia parallela. Ci hanno messo 20 anni per soli 7 chilometri, con una spesa di 50 milioni di euro".