Magnini squalificato per doping, l'arringa: "Giustizia sportiva incompetente"

L'ex campione di nuoto pesarese commenta il verdetto: "Perché Federica Pellegrini non è mai stata sentita?”

Filippo Magnini, squalificato per 4 anni dal tribunale Antidoping (Foto Calavita)

Filippo Magnini, squalificato per 4 anni dal tribunale Antidoping (Foto Calavita)

Pesaro, 25 maggio 2019 – Filippo Magnini non ci sta. La squalifica per quattro anni disposta in appello dal tribunale nazionale antidoping è un boccone troppo amaro da ingoiare. "Sono stati i due anni più brutti e duri della mia vita", rivela l'ex campione, ma allo stesso i tempo "i più belli, grazie a Giorgia (Palmas, la compagna, ndr)". Così, il nuotatore pesarese decide di parlare e commentare il verdetto. “Ho dovuto combattere contro l'incompetenza delle persone che indagano sugli sportivi e che non sanno niente di sport professionistico”.

Poi esibisce una serie di farmaci perfettamente leciti e legali, tutti caratterizzati dalla parola plus. “Quella che ai loro occhi sta a indicare doping”. “Perché Federica Pellegrini non è mai stata sentita? - si chiede inoltre Magnini facendo riferimento alla sua ex fidanzata -. “Ovviamente mi fa strano che non abbia a sua volta rilasciato una dichiarazione o una qualche parola su tutta questa vicenda, ma ognuno fa le sue scelte e ognuno decide cosa è meglio fare". "Il punto di domanda più grosso – aggiunge - è come mai un procuratore che dovrebbe cercare di avere una posizione più chiara su tutta la vicenda non senta la persona che in quegli anni in quel momento era la mia compagna, con la quale convivevo. Avevamo un rapporto professionale con la stessa squadra, anche lei era seguita dal dottore Porcellini. Sono sicuro che la sua verità avrebbe confermato il fatto che il dottor Porcellini non ha mai proposto o dato integratori illeciti agli atleti, poi io non posso sapere se invece in via privata sia stata sentita dal procuratore".

“A me dispiace il fatto di aver visto che in altre occasioni anche in casi di doping chiaro almeno una frasetta è stata detta”, sottolinea poi riferendosi al presidente del Coni, Giovanni Malagò. Dal mondo del nuoto, da cui è stato estromesso, Re Magno non si è sentito abbandonato. "Ho avuto compagni di squadra che subito si sono schierati dalla mia parte anche pubblicamente, Dotto, Paltrinieri, Martinenghi, ci sono stati anche tanti atleti internazionali; la federazione a dir la verità ha fatto subito un comunicato stampa e dopo il primo grado più volte ha ribadito di essere totalmente al fianco dei ragazzi che conosce e comunque sanno determinati meccanismi. Poi però si è limitato a questo".