Fino a tredici persone con un solo bagno Valeria: "Qui servono case per i profughi"

L’appello di un’ucraina-pesarese che ha aperto la sua abitazione: "Ci vuole una sistemazione stabile, cerchiamo cibo e vestiti"

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di Davide Eusebi

Da quando è scoppiata la guerra c’è un appartamento a Pesaro che è diventato un’oasi di accoglienza, con fino a tredici persone con un solo bagno. Si capisce perché Valeria Blazhyievska, ucraina sposata con un pesarese che di mestiere fa l’operaio, e di cui assiste il papà anziano, adesso chieda aiuto alla città: "Mio figlio ha lasciato la sua cameretta andando a dormire in una brandina, in sala dormono quattro persone, cerchiamo una sistemazione stabile fino a quando la tragedia non sarà finita". Cinque altri suoi parenti (la cugina di Valeria con figli di 13, 14 e 15 anni) sono arrivati ieri in fuga da Nikolaev, città bombardata nelle ultime ore. Il loro racconto è allucinante: "Siamo fuggiti a piedi dalla città bombardata, abbiamo dormito in campagna cinque notti, al gelo, la serratura era gelata e non chiudeva. Abbiamo attraversato il ponte che va verso Odessa. Dietro di noi c’era un’auto che non ce l’ha fatta: crivellata di colpi. Poteva toccare a noi, è stato un attimo", dice ancora spaventata Anna, cugina di Valeria.

Alcuni giorni fa nella casa di Valeria erano in undici profughi, "alcuni per fortuna sono stati accolti per un mese da altre persone. Ma fra un mese saremo da capo", spiega Valeria. Questo gruppo era in fuga dalla città in cui è nato il presidente Zelensky, a poca distanza dalla centrale nucleare sfiorata dai missili la settimana scorsa: "Mio marito fa l’operaio e abbiamo anche suo papà anziano, ma cerchiamo di dire sì. Aiutateci se potete", aggiunge Valeria che ha accolto i profughi nel giorno del suo compleanno: "Sì – dice – ed è stato un regalo sentire la voce dei miei genitori dire che erano riusciti a passare la frontiera, l’altro giorno. Tutto è accaduto così all’improvviso. Avevano la valigia con il poco che potevano infilarci, si trovavano nel bunker, quando il bombardamento è finito non sono nemmeno rientrati a casa e sono scappati con il pullman, raggiungendo il confine. Qui è accaduto l’incredibile: il mio appello su Facebook è stato raccolto da un gruppo di pesaresi che stava viaggiando a portare viveri e aiuti e che ci ha intercettati facendo sette ore di viaggio dal confine ungherese e poi riportando il gruppo in Italia. Sono i volontari di Vito Maulucci che voglio ringraziare, sono stati eccezionali". Anna fa parte del gruppo, è una ragazza ucraina che si è portata con sé dolcetti che ha poi donato a Valeria: "Voglio ringraziare i pesaresi, sono straordinari", afferma. Il papà di Valeria, Viktor, ha 63 anni e racconta:" Inizialmente non volevo scappare, sono vicino alla pensione e l’idea di abbandonare tutto era tragica. Ma non ho potuto fare a meno, nel nostro gruppo ci sono anche alcune ragazze e un bambino, bisognava aiutarli e così sono fuggito anche io". Svetlana, altra ragazza ucraina, aggiunge: "Non è facile dire in due parole cosa si prova in quei momenti, paura è una parola che non rende l’idea. Abbiamo capito che dovevamo mettere in salvo i nostri bambini. Alcuni di noi sono passati dal bunker al pullman per fuggire. Quando siamo arrivati a Pesaro eravamo sotto choc e non ci aspettavamo un’accoglienza così straordinaria. La gente ci ha portato cibo, ma siamo scappati così, con un vestito e niente più". Valeria chiede "mutande, ciabatte, maglie, tutto l’occorrente per vivere, offerte per cibo, ci serve questo". E segnala il suo telefono per chi vuole aiutare i profughi: "Potete contattare direttamente me al 389 6179637". La cognata invece di Valeria è rimasta in Ucraina: "Lei ha preferito restare – spiega la stessa Valeria – perché ha un alimentari e le commesse sono scappate. Se chiude la bottega, mi ha riferito al telefono, la gente non saprà più dove prendere cibo tra un bombardamento e l’altro in quella zona. Per questo è rimasta, assieme a suo marito". Intanto i due figlioletti di Tatiana, la mamma ucraina morta in un incidente stradale a Forlì mentre il pullman la stava portando a Pesaro con i suoi bambini, sono arrivati in città da alcuni giorni.