
Un centinaio di persone ieri in piazza per chiedere maggiori risorse per il centro di Galantara. Il nodo dei minori, che sono oltre il 50% dei casi: "Va ripristinata la presa in carico a Pesaro".
di Benedetta IacomucciSaranno stati almeno un centinaio, ieri in piazza: sindaci, consiglieri, sanitari, sindacati, ma soprattutto mamme e papà di tante ragazze che lottano contro una malattia che le consuma da dentro, che logora le relazioni, che spegne giorno dopo giorno ogni slancio, ogni passione. Su questi disturbi, ieri mattina in piazza del Popolo, hanno voluto accendere i riflettori tante famiglie, nella giornata nazionale del fiocchetto lilla, dedicata proprio alle patologie legate all’alimentazione. Hanno chiesto maggiori risorse, la presa in carico di minori – che peraltro rappresentano più della metà dei casi emersi – continuità nelle cure. E hanno fatto un appello all’Ast e alla Regione affinché mantengano la promessa di rafforzare il servizio con l’assunzione, a breve, di una neuropsichiatra infantile, un nutrizionista e due psicologi, così da "consentire – ha detto il dg Carelli – la presa in carico di pazienti minori, che verranno seguiti direttamente sul territorio, offrendo loro un supporto più vicino e personalizzato, andando incontro alle esigenze non solo dei pazienti, ma anche delle loro famiglie, che torneranno ad avere il Galantara come punto di riferimento".
Se lo augura Micaela Vitri, consigliera regionale del Pd, che non manca di rimarcare come, in due anni, "di promesse sul potenziamento dei servizi ne siano state fatte tante", e quanto sia fondamentale che i professionisti abbiano "inquadramenti contrattuali stabili, per creare un rapporto fiduciario con i pazienti". Mentre il sindaco Andrea Biancani e l’assessore Luca Pandolfi non nascondono le loro perplessità sul fatto che realmente, tutte queste nuove assunzioni, vadano un domani a rafforzare il servizio a Galantara, e non piuttosto a intgrare altri organici. Soprattutto per quanto riguarda il neuropsichiatra, che dovrebbe sostituire la dottoressa Oriana Verni prossima alla pensione, e che rappresenta l’unica figura professionale che potrebbe garantire la presa in carico dei minori affetti dal disturbo del comportamento alimentare, "come avveniva – si fa presente – fino a tre anni fa", ma oggi costretti a rivolgersi al Salesi di Ancona.
"Non abbasseremo la guardia – la promessa di Biancani, presente al presidio denominato “Muoviamoci!” –. Ringrazio le associazioni che sono intervenute e che nel corso degli anni sono riuscite a creare una vera e propria rete, diventando un punto di riferimento e sostegno per tante famiglie, per lo più mamme, del territorio". La voce delle mamme è quella di cui si fa da tempo portavoce Silvia Nicusanti, responsabile del gruppo ’Aiutiamoci’, rivolto ai genitori. "Sono una cinquantina di famiglie – dice – che provengono da tutta la provincia e si incontrano periodicamente per sostenersi l’un l’altra. Hanno figli e figlie che frequentano il centro di Galantara: più della metà sono minori. Se non possono andare ad Ancona, si rivolgono al privato. Ma il valore aggiunto di un centro come quello di Galantara, è di avere un’équipe multidisciplinare". "I disturbi alimentari sono in crescita – il commento di Luca Pandolfi – e il sistema sanitario territoriale è in crisi: sono sguarniti molti dei servizi all’interno del Centro di salute mentale. Non c’è solo l’ospedale".