RICCARDO PAOLO UGUCCIONI
Cronaca

Florenskij, il Leonardo dell’Europa orientale. Francesco Zaccarelli lo riscopre in un saggio

Il volume sarà presentato al Salone Metaurense di palazzo ducale, a Pesaro. Presenzieranno gli studiosi Cangiotti, Tagliagambe e Valentini

Il volume sarà presentato al Salone Metaurense di palazzo ducale, a Pesaro. Presenzieranno gli studiosi Cangiotti, Tagliagambe e Valentini

Il volume sarà presentato al Salone Metaurense di palazzo ducale, a Pesaro. Presenzieranno gli studiosi Cangiotti, Tagliagambe e Valentini

Pavel Florenskij! Chi era costui? Lo scopriremo venerdì 16 maggio alle 18 nel salone Metaurense del palazzo ducale di Pesaro, dove viene presentato il recente studio di Francesco Zaccarelli, "Florenskij. La teologia del dono" (pp. 158, Jaca Book 2024). Partecipano alla presentazione, moderata da Marco Cangiotti dell’Università degli studi di Urbino, Silvano Tagliagambe dell’Università degli studi di Cagliari (che ha anche prefato il libro) e Natalino Valentini dell’Università di Urbino.

Pavel Alexandrovic Florenskij (1882-1937) è un personaggio straordinario e versatile, poco noto in Occidente, dotato di una poliedricità perfino difficile da definire. Matematico, filosofo, critico d’arte, teologo, infine – e soprattutto – prete ortodosso, Florenskij attraversa la storia russa in un periodo travagliatissimo, tra la fine dello zarismo e l’instaurarsi del regime sovietico, e viene infine ucciso nelle purghe staliniane. Ha lasciato opere fondamentali; il suo apporto alla metafisica russa, in realtà mondiale, è immenso, volto all’indagine interiore, alla scoperta dei due ambiti che più contrassegnano l’esistenza umana, uno materiale, l’altro orientato verso la spiritualità.

L’indagine che Florenskij propone configura il mondo visibile, quello della quotidianità, come specchio potenziale della trascendenza, con fra i due un’area di confine osmotica, capace – magari non sempre coscientemente – di suscitare ampie risonanze. "Florenskij è considerato il Leonardo da Vinci dell’Europa orientale per la vastità dei suoi interessi fra teologia, fisica, iconografia, matematica e archeologia", afferma l’autore Francesco Zaccarelli, che l’ha studiato a fondo.

Nel 1904 Florenskij si laurea in Matematica, poi continua con studi di Teologia, accede al diaconato, poi alla vita sacerdotale e ha una numerosa e amata famiglia (i pope ortodossi, come è noto, si sposano); deportato in Turkestan dopo la rivoluzione, viene poi liberato, ed essendo uno scienziato di grandissimo valore (si occupa anche di quantistica e di relatività) opera come ingegnere nel Comitato per l’elettrificazione del Paese e in altri settori, brevetta invenzioni, arriva a collaborare con l’Enciclopedia Tecnica. Ma agli inizi del 1933 viene arrestato e deportato alle terribili isole Solovkij nel mar Bianco, ai limiti del circolo polare artico. Da lì riesce ancora a intrattenere un commovente epistolario con la famiglia, ma la furia omicidiaria delle purghe staliniane non lo risparmia: sul finire del 1937 viene condannato a morte e ucciso dalle parti di Leningrado: perfino il luogo della sepoltura è ignoto. Solo dopo il 1956 avrà una prima riabilitazione, e alla caduta dell’Urss dagli archivi del Kgb emergerà il fascicolo che lo riguarda. Chi lo condannò forse non sapeva neppure chi stesse mandando a morte.

Francesco Zaccarelli, già laureato in Giurisprudenza e in Economia e commercio, studioso del pensiero cristiano-orientale contemporaneo e del pensiero islamico, ha conseguito fra l’altro un dottorato al Pontificio Istituto Orientale con una tesi su Florenskij e un dottorato al Pontificio Istituto di Studi arabi e di Islamistica. Ha insegnato all’Università di Urbino; a Pesaro ha esercitato per anni come notaio.

r. p. u.