Pesaro, la frana di Bocca Trabaria sarà sistemata entro fine estate

Mesi di disagi e danni economici per il territorio. Sindaci a confronto, il consigliere regionale Biancani sollecita la Regione a fare un intervento

La strada di Bocca Trabaria chiusa per frana

La strada di Bocca Trabaria chiusa per frana

Sant'Angelo in Vado (Pesaro e Urbino), 20 marzo 2018 - La frana di Bocca Trabaria preoccupa l’entroterra. Come già scritto da giorni, uno smottamento ha colpito il versante umbro costringendo l’Anas a chiudere la strada nella serata di giovedì scorso. Al momento sono in corso rilievi e sondaggi geologici: «Il dissesto – fa sapere Anas – interessa il versante in corrispondenza del km 16,550, sia a monte che a valle della carreggiata stradale, in continua evoluzione e pertanto al momento non chiaramente circoscritto. Domenica notte la frana è progredita coinvolgendo parte della carreggiata stradale. Al momento è possibile prevedere che gli interventi possano quindi essere affidati e successivamente avviati entro il prossimo giugno, per essere poi completati a fine estate».

Già venerdì scorso, solo poche ore dopo la chiusura, Romina Pierantoni, sindaco di Borgo Pace, aveva inviato una lettera a Ministero e Anas, mentre il consigliere regionale Andrea Biancani chiederà questa mattina in consiglio regionale con un’interrogazione urgente di lavorare per una celere riapertura.

«La strada di Bocca Trabaria va riaperta quanto prima possibile – scrive Biancani –. Si tratta di un’arteria troppo importante nel collegamento tra le Marche e il Centro Italia, la cui chiusura sta arrecando notevoli complicazioni alle comunità locali e alle imprese causando gravi disagi economici e in termini di tempo alla mobilità con difficoltose ricadute sui lavoratori e sulle imprese del territorio».

Anche il sindaco di Sant’Angelo in Vado Giannalberto Luzi è intervenuto sulla vicenda: «Con Bocca Trabaria chiusa non ci sono alternative per il traffico. Giustamente l’amministrazione comunale mercatellese ha chiuso la strada di Cima delle Fienaie per lavori di messa in sicurezza: si tratta di una mulattiera per mezzi agricoli e fuoristrada che non può reggere un grande traffico viario; bisogna per forza affrontare Bocca Serriola tenendo conto che il tratto di provinciale tra Sant’Angelo in Vado ed Apecchio è a dir poco malmesso e le strette curve non sono proponibili ai mezzi pesanti che prima transitavano dal nostro versante».

Per Luzi la soluzione, ancora una volta, sarebbe l’apertura della Guinza: «Bisogna accelerare il percorso che abbiamo attivato negli ultimi due anni verso l’apertura. Anas stessa ha ufficialmente comunicato che intende procedere all’appalto dei lavori prima della fine del 2018 per i lotti relativi alla galleria e all’uscita sui due versanti con i 200 milioni di euro necessari già stanziati da parte del Ministero delle Infrastrutture». Il problema principale è per il tessuto economico: «Siamo economicamente isolati dalla rete viaria, in modo particolare la nostra provincia e l’Alta Valle del Metauro dal punto di vista di viabilità sia turistico che commerciale ed economico ora sono completamente isolate verso il versante umbro, toscano e quindi verso Roma e l’Emilia. Mi conforta molto rispetto al passato la grande sinergia attivata con alcuni sindaci della Val Tiberina in modo particolare con il sindaco Paolo Fratini di San Giustino che contemporaneamente sta portando avanti la stessa battaglia nella sua regione».