Pesaro, fugge dall'ospedale perché stanco d’aspettare

Giancarlo Ciaroni (antiquariato Altomani), dopo il ricovero, stacca la flebo dal braccio e se ne va. Poi viene chiamato e torna indietro

Movimentata fuga dall’ospedale di Giancarlo Ciaroni

Movimentata fuga dall’ospedale di Giancarlo Ciaroni

Pesaro, 20 settembre 2020 - "Lei torni immediatamente indietro, torni in ospedale perché non ha firmato nessuno foglio dove si assume tutte le responsabilità per una uscita volontaria. La informo che sta commettendo un reato e all’entrata dell’ospedale di Rimini la stanno attendendo i carabinieri...". Questo il tono di una telefonata partito nella tarda mattinata di ieri dal San Salvatore a Giancarlo Ciaroni, noto antiquario pesarese e titolare di un altro negozio a Milano. Era lui il paziente in fuga.

Perché ieri mattina, Giancarlo Ciaroni era arrivato al limite della sopportazione. Ed ad un certo punto ha strappato elettrodi e flebo che gli avevano attaccato in una stanza del pronto soccorso, ha infilato il corridoio del reparto con i tubicini ancora appesi alle braccia, ed urlando ha lasciato l’ospedale. Raggiunto il piazzale si è infilato dentro la macchina con la moglie accanto ed ha preso la strada per andare all’ospedale di Rimini. E durante il percorso è arrivato la telefonata minacciosa dall’ospedale San Salvatore dove evidentemente era nel frattempo scattato l’allarme con la contemporanea chiamata ai carabinieri.

Minaccia? Verità? A questo non non si sa perché Giancarlo Ciaroni ha invertito il senso di marcia per tornare al punto di partenza, ma per poco perché è stato quindi trasferito al Santa Croce di Fano "dove nel giro di poco mi hanno fatto tutti gli esami".

Giancarlo Ciaroni che è titolare assieme alla moglie del negozio di antiquariato ‘Altomani’, è molto noto in città anche perché ha venduto, non solo a privati, ma anche i musei nazionali, opere pittoriche di grande prestigio. Un professionista del settore perché ha avuto anche per gli expertise il critico d’arte Federico Zeri. Un uomo di grande competenza, Ciaroni, che prima di essere travolto dalla passione per la pittura antica, è stato anche un rivenditore per il sud Italia della Scavolini. Ed è stato proprio Ciaroni che ha ‘scoperto’ la testina del giovane Bonaventura dal Martirio di San Sebastiano, asportata dalla pala d’altare di Federico Barocci al duomo di Urbino. Una vicenda del 2017. 

Una storia, quella di Ciaroni all’ospedale che ha fatto presto il giro della città. L’interessato non ne vuole parlare, ma alla fine qualcosa dice: "Sono arrivato all’ospedale perché avevo perdite di sangue. Una dottoressa gentilisssima mi ha presto le prime cure dandomi anche dei coagulanti. Tutto il personale, molto gentile per la verità. Poi ieri mattina si è cambiato pagina. Chiedevo spiegazioni e nessuno mi rispondeva, chiedevo informazioni e nessuno mi diceva nulla. Ero a digiuno dal giorno prima e non riescivo a capire se potevo mangiare oppure no. Dovevo fare degli esami e non arriva mai nessuno, mia moglie girava su e giù per i reparti senza trovare udienza, per cui alla fine, dopo ore, ho sbottato, ho strappato tutto, mi sono alzato e sono andato nel piazzale davanti all’ospedale dove nel frattempo era arrivata mia moglie con la macchina. Ero deciso ad andare a Rimini. Poi la telefonata, la minaccia dei carabinieri, ed ora sono a Fano..."

m. sg.