Fusione, Montemaggiore non si dà pace

A 6 anni dalla nascita di Colli al Metauro, prosegue la battaglia per l’autonomia. Udienza in Consiglio di Stato. "Qui è tutto peggiorato"

di Sandro Franceschetti

A distanza di 6 anni e 3 mesi dalla nascita del nuovo comune fuso di Colli al Metauro (era il primo gennaio 2017), l’iter giuridico innescato dall’associazione ‘Montemaggiore Resiste’ per far riguadagnare l’autonomia amministrativa al proprio ex comune va ancora avanti e si appresta a vivere una tappa importante. Per il 27 aprile 2023 è stata fissata al Consiglio di Stato, a Roma, l’udienza di discussione del ricorso contro la sentenza del Tar che nel giugno 2017 respinse l’iniziativa anti-fusione dei cittadini. E nei giorni scorsi il legale dell’associazione, l’avvocato Salvatore Menditto, ha depositato i documenti a sostegno della tesi contro la ‘fusione forzata’ e avrà tempo fino al 6 aprile per inviare eventuali repliche alle memorie che dovessero trasmettere Regione e Comune di Colli.

Una vicenda di una lunghezza imbarazzante, iniziata con legge regionale nel dicembre 2016, anche se un mese prima, al referendum consultivo, mentre a Saltara e a Serrungarina prevalsero i ‘sì’, a Montemaggiore vinse il ‘no’ con quasi il 65%; in pratica quasi 2 cittadini su 3 si erano detti contrari. Ma si andò avanti, perché le norme regionali di allora lo consentivano, con l’Assemblea legislativa delle Marche che si espresse con 14 voti favorevoli e 12 contrari (quest’ultimi di Lega, FdI, FI e M5S). Da lì la battaglia dell’associazione ‘Montemaggiore Resiste’, con l’azione al Tar, bocciata nell’estate 2017, e il successivo ricorso al Consiglio di Stato inoltrato nei primi mesi del 2018 e che ora, finalmente, va in discussione.

"C’è voluto tanto tempo prima che fosse calendarizzata la nostra udienza, ma ora manca meno di un mese e abbiamo prodotto tutta la documentazione che dimostra l’ingiustizia perpetrata nei confronti dei cittadini di Montemaggiore – sottolinea il presidente dell’associazione Alberto Luzi -; e abbiamo allegato anche la nuova legge regionale del dicembre 2021 che stabilisce che i risultati dei referendum sulle fusioni devono essere valutati distintamente per ciascun comune, consentendo l’accorpamento solo di quelli dove prevale il ‘sì’. Sappiamo che una legge non può avere effetto retroattivo, ma siamo comunque fiduciosi". E poi, sugli effetti della fusione puntualizza: "Qui a Montemaggiore i benefici non si sono proprio visti. Anzi, è peggiorato tutto: strade comunali mai disastrate come ora; la banca del paese che ha chiuso, così come il bar; e poi l’enorme difficoltà di accesso agli uffici comunali, trasferiti quasi tutti a Calcinelli". Da qui una promessa: "Se andrà male a Roma adiremo anche alla Corte Europea. Questa storia non può finire così".