Gambini: "Torrico mi deve cercare"

Il sindaco all’istituto “Cappellini“: "Siete inadempienti, presto andrò in Procura"

Il caso dell’Istituto “Cappellini“ è tanto semplice quanto indistricabile. Il Comune ha chiesto di riavere indietro i locali affittati gratis tanti anni fa: l’Istituto non li vuole restituire. La soluzione del sindaco: "Ridateci subito le chiavi". La soluzione dell’Istituto: "Non potete mandarci via". Il guaio è che le due parti non si parlano dal vivo, ma solo tramite il nostro giornale. L’ultima battuta in un lungo intervento mandatoci a firma di Torrico (istituto “Cappellini“) e Nasoni (Anpi, che pure ha sede lì) dice una cosa rivelatrice: "Noi siamo disponibili – scrivono Torrico e Nasoni –, come lo siamo sempre stati, a discutere ma non accettiamo diktat da parte del sindaco che prima minaccia lo sfratto e poi si lamenta se ci opponiamo al suo modo di procedere. Non poteva convocarci prima?". Giriamo la domanda al sindaco.

Gambini, perché non “convoca“ Torrico?

"Convocare? Che vuol dire? Mica posso convocarlo. E’ lui che mi deve chiedere un appuntamento: gli ho mandato la lettera dove dico – in base agli accordi scritti – che rivoglio i locali. Lui deve restituirli ed è in ritardo di tre anni nel farlo".

Quindi?

"L’Istituto ha avuto la sede gratis per anni. Se vuole sentire le mie proposte, che venga in ufficio come tutti. Ma fino ad oggi ha pensato di non farsi vivo, anzi scrive a voi per “sollevare il caso“".

Ma durante il Covid c’è stata una tregua.

"Era normale farla, la situazione non era delle migliori per nessuno. Potevano sfruttare questi anni per parlare, dialogare, trovare una soluzione".

E quindi?

"Occupano uno spazio abusivamente, andrò in Procura perché sono inadempienti e io non cedo alla loro prepotenza. Questo non è un caso politico, chiederò lo sgombero. Ma se Torrico chiederà un appuntamento chiaramente lo darò e parleremo".

E quindi?

"Valuteremo tante cose. Terrò conto che ho di fronte un soggetto inaffidabile, che non rispetta i contratti e dargli un altro bene pubblico diventa una grave responsabilità".