Pesaro, 30 aprile 2018 - E' finita bene la storia di Massimo, il gatto imprigionato e affamato da giorni. Soriano, esemplare giovanissimo, e ben tenuto, con tanto di collare a cuoricino, il gatto era finito in uno scantinato di via Branca, in pieno centro storico, forse da un lucernario o da un camino, e ed è rimasto imprigionato da alcuni giorni, perché i proprietari della casa sono all’estero, pare in Germania, del tutto ignari della situazione. E la casa, e il garage, sono chiusi a chiave.
Il lieto fine questa sera alle 21, grazie all'interessamento delle guardie zoofile dell'Oipa, l'Organizzazione internazionale protezione animali. Le quali leggono su questo sito la storia del povero gattino. Due agenti vengono a Pesaro, sul luogo in cui si trova il gatto. Leggono sulla cassetta della posta i cognomi dei proprietari. Fanno un tentativo che si rivela vincente: controllano se uno dei due cognomi è per caso presente nell'anagrafe canina.
Fortuna vuole che la sorella di uno dei proprietari abbia un cane registrato. La chiamano, le chiedono se è parente di una persona che ha la casa lì. Lei risponde che è, appunto, la sorella. A quel punto la donna si fa dare le chiavi dalla donna di servizio. Ci mettono un po' per aprire la casa ma alla fine ce la fanno. E Massimo, molto dimagrito, torna libero.
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I padroni (del gatto), madre e figlio, ucraini, che abitano in una casa il cui cortile confina con quella in cui è finito il gatto, hanno visto ieri per caso, da una finestra, che dà sulla strada, protetta da sbarre, il povero felino che implorava di uscire, e hanno chiamato i pompieri, che però non sono potuti intervenire. Non si trattava, infatti di un caso dii pericolo di vita o simili relativo a persone presenti sul posto. E quindi non potevano fare danni, forzando le porte o finestre, come avviene normalmente ogni volta che intervengono nelle varie emergenze.